Certe storie, di norma, le raccontano i nonni. In quelle giornate di Natale piene di tempo e di cibo, nelle quali i nipoti sono costretti a starli ad ascoltare. E così vengono narrate faccende (che non interessano a nessuno) riguardanti epoche buie. Il medioevo. Il “patrone” che decideva le sorti degli operai. I tentativi (mai finiti bene) di ribellione. E avanti su questa riga fino a ora di cena, o fino a quando il vecchio non si addormenta.
Bene. Natale è dietro l’angolo. E quest’anno, cioè nel 2015, le medesime avventure le potrebbero riproporre addirittura i genitori. Non a scopo didattico, no. Ma semplicemente mettendo i propri cari al corrente della giornata lavorativa. Di come si campa oggi, insomma.
È la Cgil ad alzare la voce. Sollevando un (presunto, per logica) misfatto attuale. “Denunciamo con forza il grave atto intimidatorio della dirigenza della Banca di Viterbo contro alcuni dipendenti – spiega la segretaria generale, Miranda Perinelli – rei di essersi iscritti pochi mesi fa proprio alla Cgil dei bancari”.
L’attacco non è certo dei più soft. Avanti con le spiegazioni. “Nel luglio scorso oltre un terzo dei dipendenti della Banca si è iscritto al nostro sindacato – prosegue – permettendo la costituzione della rappresentanza aziendale. L’intenzione dei lavoratori era ed è ancor oggi quella di essere in qualche modo rappresentati in vista della prossima importante ristrutturazione della quale sarà oggetto il Credito Cooperativo. Rimodulazione che comporterà importantissime modifiche agli attuali assetti aziendali”.
E qui si comincia a capire che aria tira. “Nessuna nostra iniziativa sindacale era stata presa nei confronti della Banca – aggiunge – i dipendenti erano in attesa dell’emanazione della normativa solo per esprimere il proprio parere su fatti che incideranno sul loro futuro”.
Però? Cos’è successo? “Pur trattandosi di un fatto così pacifico e normale – chiude la Perinelli – ciò non è piaciuto al gruppo dirigente, che già in passato si era distinto per atteggiamenti intolleranti nei confronti delle organizzazioni sindacali. Abbiamo registrato un sotterraneo lavorio nei confronti dei nostri iscritti, rei, a loro parere, di non nutrire più fiducia incondizionata nell’operato aziendale. Pochi giorni fa, martedì scorso, la Banca è passata alle maniere forti, trasferendo due nostri iscritti, quadri direttivi con responsabilità di tipo apicale, a mansioni inferiori, in totale spregio delle norme vigenti.
Il messaggio che quindi si vuole mandare è semplice:se rimanete iscritti, vi renderemo la vita difficile”.
E questo è quanto. Nel frattempo giovedì prossimo i lavoratori hanno deciso di riunirsi in assemblea per discutere e prendere posizione rispetto a tutto ciò che sta accadendo.
Si prevedono delle feste natalizie assai dense di racconti, cari nipoti. In bocca al lupo.