30042024Headline:

Rsa, il Comune in aiuto delle strutture

Palazzo dei priori si impegna a reperire risorse per tamponare le necessità più urgenti

Alessandra Troncarelli, assessore comunale alle politiche sociali

Alessandra Troncarelli, assessore comunale alle politiche sociali

Questione Rsa, residenze sanitarie assistenziali: la strada è ancora lunga e tortuosa, però bisogna ammettere che si sta lavorando per risolvere la questione. L’emergenza delle famiglie – un centinaio circa – che si sono viste togliere i contributi comunali a causa della delibera 142 del 29 aprile scorso (a sua volta provocata dai robusti tagli operati dalla Regione) non si è affatto affievolita, anzi… Da allora la situazione si è aggravata, con qualche Rsa che, alle prese a sua volta con problemi dei mancati introiti da parte dei pazienti e delle loro famiglie, ha iniziato a spedire prima avvisi e poi letteralmente delle messe in mora.

Di qui la necessità di un incontro, ieri in Comune, tra il sindaco Leonardo Michelini, l’assessore ai Servizi sociali Alessandra Troncarelli e i rappresentanti di molte strutture sanitarie del capoluogo. Un summit fortemente voluto anche dall’Aforsat, l’associazione dei famigliari degli ospiti delle Rsa, che non sta lesinando sforzi – da quelli legali, col ricorso alla presidenza della Repubblica, a quelli diplomatici – per contribuire a sbrogliare la matassa.

L’esito è stato positivo, almeno a sentire i report delle stesse cliniche e dei famigliari dei pazienti: “Sindaco e assessore si sono impegnati per reperire nel breve periodo delle risorse da destinare alle strutture, in modo da tamponare le necessità più urgenti – dicono – Lo interpretiamo come un segnale di apertura da parte di Palazzo dei priori, naturalmente in attesa che sia seguito dai fatti e con l’obiettivo finale di stabilizzare il quadro e di riportare tutto ad una condizione di normalità”. Solo allora infatti i ricorsi delle associazioni verranno ritirati e si potrà tornare a respirare un clima sereno: per i pazienti che già soffrono per conto loro, per le famiglie che spesso non riescono a far quadrare il bilancio a causa delle rette da pagare, e – perché no – anche per lo stesso Comune, che così potrebbe recuperare il suo ruolo assistenziale (ma attenzione: non assistenzialistico) nei confronti dei cittadini.

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