01052024Headline:

“Viterbo etrusca, non perdiamo questo treno”

Marco Ciorba

Marco Ciorba

L’orgoglio delle origini. La voglia di difenderle che diventa anche voglia di promuoverle, di farle conoscere. A livello mondiale. Ancora una volta tramite quell’eccezionale e autorevole canale che è l’Unesco, l’agenzia dell’Onu per la scienza, l’educazione e la cultura che già tre mesi fa ha concesso a un’eccellenza viterbese come la Macchina di Santa Rosa il riconoscimento di patrimonio immateriale. Stavolta invece Viterbo potrebbe puntare sui formidabili tesori che gli etruschi hanno lasciato oltre due millenni fa. Le radici di cui sopra, insomma. Che potrebbero entrare nella grande famiglia Unesco insieme a quelle di altre città del centro Italia, tra Umbria e Toscana.
L’idea è partita da Perugia, dove il Comune ha fiutato il colpaccio e ha creato un comitato scientifico che dovrà produrre la documentazione e i riscontri da portare al quartiere generale dell’organizzazione di Parigi, per la candidatura. Altre città si sono già accodate, a partire da Chiusi, e pure nella Tuscia Montalto – che vanta un sito unico come Vulci – è entrata nella cordata. Adesso si muove il capoluogo, grazie all’intuizione di Marco Ciorba, consigliere comunale di Oltre le mura, che tenendo fede al nome e alla filosofia della sua lista ha – appunto – guardato oltre le mura. E ha capito che non c’era tempo da perdere: l’ordine del giorno affinché il Comune chieda ai colleghi perugini di includere anche Viterbo nel loro progetto è già stato inserito nei prossimi consigli comunali.
“Visto che non siamo stati invitati, glielo chiediamo noi – dice Ciorba – Perché non vogliamo rischiare di perdere l’ennesimo treno, di subire l’ennesimo scippo. Sì, scippo: è già successo un paio di volte. Coi toscani, per esempio, che si sono appropriati del termine Etruria, lo hanno trasformato in un brand tutto loro, quando invece ci rientreremmo anche noi, in quel territorio. Oppure penso alla costa degli Etruschi: vi dice niente questo nome? E’ la riviera di Livorno, Piombino, San Vincenzo, ma pure Montalto e Tarquinia non sarebbe, tecnicamente, una costa degli Etruschi? Ora arrivano anche gli umbri… Il fatto è che da altre parti hanno saputo ragionare bene, mentre qui, per tanti anni, ce ne siamo allegramente fregati del nostro patrimonio: basti pensare che nel sito etrusco di Musarna, sulla Tuscanese, i viterbesi ci avevano fatto l’immondezzaio”

La necropoli di Norchia

La necropoli di Norchia

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Ciorba è appassionato quando parla della sua terra. Delle sue ricchezze e delle sue prospettive, ma anche dei pericoli: “Intanto, se non entriamo in questo progetto rischiamo di non essere riconosciuti a livello mondiale come città etrusca, quando invece lo siamo eccome, c’è scritto anche nello stato comunale. E poi, vogliamo riconoscere quanto possa essere vitale entrare sotto la protezione e i relativi finanziamenti dell’Unesco? Sarebbe decisivo per la tutela di tutti quei siti, da Norchia a Castel d’Asso fino alla Ferento etrusca, che sono oggi minacciati dal trascorrere del tempo e dall’incuria. Tutte realtà, tra l’altro, nel territorio comunale, ma il capoluogo può anche essere capofila per le altre città etrusche della provincia, un ruolo di guida e di riferimento che gli spetterebbe anche da un punto di vista tecnico, nononostante la scelta di piazzare la sovrintendenza dell”Etruria meridionale di sede a Roma”.
Al prossimo consiglio comunale, allora, tenendo sempre a mente che bisognerà decidere in fretta e con compattezza per poi chiedere l’adesione a Perugia: “Noi di Oltre le mura ci auguriamo che l’assemblea si schieri compatta a favore del nostro ordine del giorno, perché qui non è mica una questione di bandiere politiche – conclude Ciorba – Semmai di consapevolezza che ciò che abbiamo è unico, e che dobbiamo valorizzarlo anche per le generazioni future. Questa è la cultura con la c maiuscola, quella che dura”.

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1 Commento

  1. Giorgio Molino ha detto:

    Dagli etruschi ai triestini: la nostra cultura (senza kappa e soprattutto senza kaffeina) ha fatto proprio una brutta fine.

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