“Come dicevano i tedeschi che scendevano in Italia, alla fine del Settecento: la mia età è cominciata da quando sono venuto a Roma. Ecco, con lo stesso spirito, dico che la mia età è cominciata da quando sono venuto a Viterbo”. Gigi Proietti tira fuori persino Goethe e i manierismi un po’ pomposi dell’epoca del Grand tour per ringraziare Viterbo come amministrazione e Viterbo come viterbesi, per la cittadinanza onoraria che gli è stata conferita ieri. Esagerato? Forse, ma in questo giorno di pioggia e di pergamene, un po’ di sana retorica mittleuropea ci può anche stare.
Anzi, ci sta di tutto, se il Grande Mattatore si presenta praticamente puntuale all’appuntamento, giusto qualche minuto “per fermarsi a comprare le sigarette”. E non inganni la Mercedes scura che approda a piazza del Comune alle cinque e mezza spaccate: è un’auto del Roma fiction fest, che ha organizzato questa sortita viterbese per Gigi Proietti e non solo per lui (visto che in mattinata, all’università, c’era stata la lezione del regista canadese Atom Egoyan, e in serata, al teatro Genio, una proiezione della fiction la Mamma Imperfetta). Proietti scende a Viterbo, ma stavolta senza divisa da maresciallo, e senza brigadiere Cacciapuoti e pure senza Stefania Sandrelli, e questo sì che è un peccato. Il resto, però, vale la pena: maglioncino e trench all’inglese – il clima ci sta tutto – e il saluto con i vertici provinciali dell’Arma, che lo ricevono quasi da pari a pari. Così come il sindaco Michelini, che gli viene incontro da palazzo dei Priori e passa subito al “tu”, come si usa nel mondo dello spettacolo.
Poi si va su, in sala dei Priori, passando dall’entrata nobile del giardino, con codazzo di cronisti. Dentro la sala, la Giunta è schierata, la maggioranza pure, mentre la minoranza è tenuta in piedi soltanto da tre consiglieri (Santucci, De Dominicis, Buzzi) ma non c’è traccia di consiglieri di Forza Italia. Forse perché alle prese con problemi ben più gravi, in queste ore di dimissioni governative, o forse perché avevano da lavorare, loro. Comunque, bella figura.
Dagli aspetti più squallidi della provincialità, si passa a parlare subito – per fortuna – di quelli più belli. Michelini, rivolto a Proietti: “Tu, con il Maresciallo Rocca, ha fatto conoscere Viterbo ovunque. E hai fatto conoscere la vita di provincia, che è bellezza storica, culturale, di tradizioni. E’ l’Italia più autentica, non a caso rappresentata dai carabinieri, che presidiano tutto il territorio. La provincia sana è un concetto che va esportato, e che può fare bene a tutta l’Italia”. Il presidente del consiglio Filippo Rossi è molto istituzionale: “Salutiamo il nostro nuovo concittadino. E benvenuto in famiglia”.
Poi tocca a lui, a limite dell’emozione. Proietti, per una volta, lascia a casa il magnetismo che lo ha reso celebre e parla a cuore aperto: “Che dio vi benedica. Qui ci ho passato nove anni, e tornandoci, oggi, mi sono accorto che non c’è un angolo di questa città che non sia stato filmato dal Maresciallo Rocca. Nessuno immaginava il successo della nostra fiction, d’accordo, ma la verità è che nelle grandi città si sta perdendo il senso della collettività. Penso a Roma e vedo che non c’è collegamento, contatto, conoscenza, anche tra quartiere e quartiere, borgata e borgata…” Fin qui, l’aspetto ufficiale. Poi un paio di battute. Una: “Il successo è merito anche della location. Che vuol dire in sostanza ‘ndo giri”. E due: “Ogni tanto la gente ancora mi ferma e mi dice: lo sa che ieri sera ho visto una puntata del Maresciallo? Per forza: con tutte queste Rai quattro, Rai fiction, Rai premium, Rai qui e Rai là. Ah, per la cronaca: non si prende più una lira di diritti d’autore”. Risate tra i consiglieri. E poi via: la cittadinanza – una pergamena con le motivazioni -, un leone con palma, altre foto e altri applausi. Si fa anche il tour per il palazzo, tra consiglieri, carabinieri (“Ammazza, sei proprio un carabiniere vero”, dice Gigi ad un uffici alone), cronisti e infiltrati che cercano la foto ricordo. Poi il brindisi, mentre fuori piove.
Ci si trasferisce al teatro Genio, dove c’è tanta gente che aspetta e poi applaude all’ingresso dell’attore. In prima fila, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti fratello di un altro attore, Luca: il derby maresciallo Rocca – commissario Montalbano è nell’aria, ma non scatta. Scatta invece l’ennesima battuta di Gigi: “Buonasera. Io comincio sempre i miei spettacoli con un buonasera. Poi è arrivato papa Francesco e mi ha copiato…”. Giù, tutti a ridere. E si saprà già come andrà a finire questa serata tra viterbesi, vecchi e nuovi, famosi e sconosciuti.
Lo scimmiesco Filippo Rossi da Trieste, più che istituzionale, è banale come al solito. Anzi che non ha battuto cassa anche con Proietti, l’avido condottiero kaffeinomane.
Al cinema Genio in molti abbiamo notato e lamentato l’assenza della consueta figurina di m. dell’ottuso superassessore Barelli. Niente paura, non mancherà occasione.