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Provincia, a volte ritornano (senza vergogna)

merloFinalmente, finalmente lunedì 14 aprile dell’anno Domini 2014, proprio nel giorno intitolato a San Valeriano martire (morto nel 229, marito di Santa Cecilia, martire con il fratello Tiburzio e con il primo carnefice Massimo, sotto l’impero di Marco Aurelio), la lunga crisi che attanaglia palazzo Gentili, sede della Provincia, sarà sicuramente risolta.

 Finalmente la giunta tecnica, nominata dal presidente Marcello Meroi lo scorso 5 febbraio, lascerà il passo a un esecutivo composto da politici (eufemismo), esponenti di primo (eufemismo) piano del centro destra.

 Finalmente Meroi guiderà una squadra a cinque, con il che si presume che, male che vada, parteciperà al campionato nazionale di calcio a 5 riservato alle équipe delle Province italiane che saranno decapitate, entro la primavera del 2015, di membri elettivi.

Finalmente il glorioso toto assessori impazza e informa che ritornano ospiti di palazzo Gentili (per la felicità forse solo di loro stessi medesimi e rispettive famiglie) politici (eufemismo) del calibro di Paolo Equitani e Giuseppe Fraticelli del Nuovo Centro Destra, detti anche “I Globettroter della politica politicante”, grazie alla varie gualdrappe che hanno indossato in carriera, talmente tante che hanno perso il conto.

Finalmente ai predetti si affiancheranno Andrea Danti (ultimo esponente di quell’Udc che, almeno nella Tuscia, si è data alla clandestinità, elettoralmente parlando) e Roberto Staccini, che non si è capito bene a quale liturgia appartenga (i suoi intimi sussurrano che anche egli medesimo ignori quale sia il suo partito di riferimento).

Finalmente, finalmente la Tuscia intera (ma, a ben pensarci, tutto il Centro Italia), fino a lunedì 14 aprile terrà il fiato sospeso, domandosi: ma quei due buontemponi di Fratelli d’Italia, Gianluca Mantuano e Alberto Cataldi, entreranno o meno in giunta?

Se decideranno di no, bisognerà inchinarsi al loro cospetto: sono gli unici esponenti (eufemismo) di centro destra che riescono a provare un minimo di vergogna di fronte al misero e triste spettacolo che da mesi va in scena sul palcoscenico di via Saffi.

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