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Bagnoregio, Bolsena e Nepi: chi vince?

elezioni-comunaliTre comuni e tre brivi diversi, da sud a nord, dai confini con la provincia romana all’alta Tuscia che è un po’ Umbria, un po’ Toscana e anche un po’ nord Europa, visti i turisti.
Ma andiamo con ordine, e partiamo da Nepi, dove la situazione è confusa anzicheno. Qui è finita, almeno nominalmente, l’era di Franco Vita, il sindaco democristiano (recentemente passato da assessore provinciale in quota Udc allo stesso ruolo, ma in quota Forza Italia) che dopo due mandati non si può più ricandidare. Poco male: per la lista Nepi insieme ecco che si presenta a sindaco Francesco De Fazio, dipendente delle Poste, molto conosciuto in paese, e soprattutto fedelissimo di Vita. Che infatti stavolta corre da consigliere comunale, magari con l’idea di fare il vicesindaco qualora il suo delfino dovesse vincere. Delfino che, a dire la verità, ha evitato in campagna elettorale i confronti con gli altri tre candidati, lasciando proliferare un discreto velo di mistero sul suo programma e le sue capacità di spiegarlo. Forse perché è strasicuro di vincere. Gli contenderanno la fascia tricolore Anna Calderaro (lista Tu per Nepi), signora molto attiva nel mondo del sociale e dell’istruzione, già assessore a cavallo del Millennio; PIetro Soldatelli (Nepi Progetto Comune), padre di tre figli, che ha vinto le primarie del Pd nell’unico centro della Tuscia dove esse si sono disputate; e Luca Sbaraglia, l’ennesimo giovane candidato del Movimento Cinque Stelle tra quelli in corsa in quasi tutti i centri della provincia (e non solo).
A chi vincerà, il compito di azzeccare una ricetta credibile per il rilancio di Nepi, paesone che rischia di perdere la sua identità, ingoiato dall’avanzare inesorabile della periferia di Roma capitale, che ormai l’ha messo nel mirino dopo aver colonizzato la vicina Monterosi. Eppure Nepi, paese in origine agricolo, con realtà d’eccellenza come l’omonima acqua, un centro storico splendido, un distretto ceramico che completa quello più grande di Civita Castellana, avrebbe tutte le potenzialità per ritrovare il vecchio splendore e soprattutto ridare ricchezza ai suoi abitanti.
Dal profondo sud della Tuscia al nord. Qui c’è Bolsena, altro centro al voto il prossimo 25 maggio e che va tenuto sott’occhio per una serie di motivi. Intanto, perché il sindaco in carica, Paolo Dottarelli (centrodestra), non si è ricandidato per il secondo mandato, preferendo (o forse essendo costretto, sussurranno i maligni) accettare un posto da consigliere. Come sindaco, per la lista Bolsena ancora insieme, riecco Paolo Equitani, già primo cittadino in passato, con liunghe esperienze nella Asl prima e in Provincia poi, dove è tutt’ora vicepresidente e assessore all’Ambiente. A sfidarlo, oltre ad Annalisa Parrano del Movimento Cinque Stelle, ecco Antonio Quattranni con la lista Unione di forze in Comune per Bolsena. Quattr’anni, professore, scrittore, giornalista e uomo di cultura, ha raccolto intorno a sé le forze progressiste e moderate della cittadina, nella speranza che possano contribuire al ribaltone in un comune governato negli ultimi decenni sempre dal centrodestra.
Pochi chilometri più a oriente, tra i calanchi e la valle del Tevere, ecco Bagnoregio. Qui la corsa è a due, ma infuocata. Da una parte il sindaco uscente, Francesco Bigiotti (lista Bigiotti sindaco), farmacista, democristiano di lungo corso ora nell’Udc, Bigiotti tenta il bis forte della sua esperienza amministrativa (prima vicesindaco, poi sindaco, capogruppo del suo partito in consiglio provinciale e ora presidente del consiglio di palazzo Gentili) e del lavoro svolto in questi anni. Un esempio per tutto, il più eclatante: aver rilanciato il borgo di Civita di Bagnoregio (una delle perle della Tuscia e forse dell’Italia intera), con un progetto serio, accordi turisti e commerciali – per esempio con Assisi – e un biglietto a pagamento per i turisti che ha consentito al Comune di rimpinguare le casse e abbassare molti balzelli ai cittadini. A tentare di rovinargli la festa, ecco Maria Consiglia Pompei (lista Servizio al territorio), figlia di quell’Erino che allevò lo stesso Bigiotti come suo vice, salvo poi rompere i rapporti, in una guerra dei Roses che ha caratterizzato la vita politica – e non solo – del paese negli ultimi anni. Adesso tocca alla figlia consegnare al papà una clamorosa rivincinta, anche se i pronostici indicano Bigiotti come ancora vincitore, Lo sapremo lunedì.

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