03052024Headline:

Conquistate pure le roccaforti avversarie

renziAd Arlena c’è un Verde. Uno che Cambia. E uno con dei Valori. Non pervenuti invece ne’ tedeschi ne’ francesi. Quindi la barzelletta rimane in sospeso. Di certo pero’ resta solo il fatto che i tre di cui sopra hanno dato una sola preferenza ai partiti in questione. Cittadina democratica, Arlena. Già. Bravi.

Li vicino ci sta poi la ridente Tessennano. Laddove in urna (non funeraria) son finiti appena 254 fogli. Pochi? Manco per il cavolo. Altri 40 e si faceva l’en-plain. Con tanto di musichetta. Spostando il tiro verso il lago invece ecco che a Piansano e a Gradoli tutto è filato liscio come l’olio. Con un dì d’anticipo si conoscevano già i nomi dei sindaci. Come mai? Perché non s’è presentata la concorrenza. Semplice. Manco a Baghdad.

Ma torniamo alle Europee. Otto le schede contestate in tutta la provincia. Cinque delle quali a Tuscania. Nota ai più come terra di cattedrali, basiliche e fotografi (anche dentro le cabine). In tutto ciò comunque il dato sconcertante è e rimarrà nei secoli dei secoli questo: il Pd ha vinto. Eureka. Qualcuno di sinistra preso dall’entusiasmo ha provato a sollevare le braccia in segno di esultanza. Diversi sono stati i ricoveri comunisti nei vari ospedali. Tutti per strappo ai muscoli delle spalle. Incartapecoriti. Troppo a lungo inabituati ai festeggiamenti. L’effetto Renzi ha detto la sua pertanto (e magari anche il primo sole, che per consuetudine da alla testa). Nella tabella dei numeri il Partito Democratico ha sfiorato i quaranta punti percentuali. Alla faccia del Grillo perdente (25, stava ben oltre appena un annetto addietro). E soprattutto alla faccia della destra. Forza Italia è scesa al 19. I Fratelli dello Stivale stanno sul 7. L’Ncd non giunge manco a 4. La Lega becca un incoraggiante (punti di vista) 2.8. E date a Fusco ciò che è di Fusco, please.

Tornando poi alla questione sinistrorsa, l’ala alternativo-romantica cala un 3.3. Tsipras (che non è un medicinale per l’orchite) convince poco. Come la striscia di zabaione al centro del Cucciolone. Come i maglioni morbidissimi di Bertinotti. Come le lezioni universitarie di Diliberto. Come da sempre ciò che occupa quella zolla rossa, in sostanza.

La bomba in ogni caso è un’altra ancora nello Stato delle sorprese e degli scherzoni. Quel burlone di Renzi ha dominato pure fuori casa (tipo il Milan di Sacchi). Andando a sconquassare molti comuni neri. O presunti tali. In ordine alfabetico (e non accosciati e in piedi): Bagnoregio, Barbarano, Bassano in Teverina, Bolsena, Calcata, Canino, Fabrica, Grotte di Castro, Montalto, Nepi, Soriano e Vetralla. Più spicci. Solo a Grotte di Castro, patria del comandante Piero Camilli, c’è stata una leggera inversione di tendenza.

La domanda è: per quale motivo? E finalmente la risposta è seria. Autorevole. “Bravo Renzi a sfruttare l’incertezza generale – chiosa il consigliere regionale Daniele Sabatini – Ora però il centro destra faccia autocritica. Lo spezzatino interno e la poca meritocrazia han portato ad uno sfaldamento. Ad una disaffezione”. E se ne può uscire (semmai ce ne sia il motivo)? “Solo tornando all’unità – chiude – Mancano idee e prospettive. È tutto da rifare. Siamo un cantiere aperto”. Dove diversi primi cittadini della provincia si trovano a governare compaesani che la pensano assai diversamente da loro. Seppur moralmente schierati sullo stesso fronte.

Il toscanaccio stavolta l’ha fatta davvero grossa.

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