02052024Headline:

Più mare che cabina elettorale

seggio (1)Le sorti dell’umanità possono attendere. Siamo italiani (nonché viterbesi), il tempo è buono, e al mare non si rinuncia. Quindi la mattina si esce col gommoncino a coccodrillo sottobraccio. Poi magari a tintarella acquisita si ritorna a casa e, dopo una doccia più scrub, forse ci si può anche recare alle urne. Con calma. Che tanto l’Europa tira poco. Passando inoltre dal gelataio o fermandosi al bar per un Camparino.

Alle 12 di ieri in zona papale avevano espresso il loro parere elettorale ben pochi. Qualcosina in più nei paesi laddove si era in corsa anche sul fronte comunale. Ma a Viterbo un pianto. Mitigato solo dalle argomentazioni pinocchiesche dei vari uomini di fiducia. I politicanti. Sempre ottimisti. Coloro i quali in determinate circostanze indossano giacca e cravatta pure se è ferragosto (prima o poi capiremo anche il perché). Comunque. Il tutto si è svegliato nel pomeriggio. Parallelamente al traffico di rientro da Tarquinia e Montalto. Alla scuola elementare dell’Ellera alle diciotto si registrava un quaranta scarso per cento. Con punte di gioia ben palpabili sul volto del pentastellato Gianluca De Dominicis. Per la cronaca, non affatto abbronzato. Medesima quota riscontrata all’interno del Tecnico commerciale Paolo Savi. Laddove però si è verificato l’incredibile. De Dominicis fuori a braccia conserte. Gira già voce che abbia un sosia per ogni stella. Da confermare.

Meglio Bagnaia. Il fortino alla stessa ora volava oltre la cinquantina. Vuoi per un mai domo senso di appartenenza stile Pais Vasco. Vuoi perché TorroMaRco (el hombre della Provincia, dati i continui rimpasti no si sa più come chiamarli) a ridosso del casotto c’ha fatto la buca. Onnipresente dall’alba. Viveri privo. Ma dotato di straordinaria parlantina e sorriso ceruleo. Pare che per sicurezza si sia anche iscritto alla classe quarta. In modo tale da non perdersi il passaggio d’un solo compaesano.

Extra-Viterbo. Un cono stracciatella, doppia panna e pistacchio a Tuscania non si nega a nessuno. Manco a un cronista. E dato che l’edificio atto al gesto democratico sta proprio dinnanzi a Neno, perché non buttarci un occhio? Regino l’evergreen Brachetti, colletto della polo alzato alla Briatore, se la rideva coi suoi. Tema della barzelletta: quel tipo che s’è fotografato votando senza togliere il volume. I soliti cattivoni giurerebbero che il punto del discorso stava tutto sul “silenzioso o normale” e non sul click dietro la tenda. Come si diceva comunque le amministrative mettono pepe. Il trenta su cento stava già in cassaforte prima ancora della lasagna.

Simpatica infine la questione Piansano. Con Di Virginio (in lino, tinte cammello) che ha nettamente stracciato il rivale. Ok, non si è ancora aperto lo scatolone. Ma tanto il rivale non c’è. La monolista ha trionfato. Rimane solo da scoprire l’ordine di assessori e consiglieri. Nella speranza che le sorti dell’umanità (quella di cui sopra) stringano i denti ancora un po’.

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