02052024Headline:

Dalla Regione giro di vite sugli obiettori

Nicola Zingaretti

Nicola Zingaretti

Senza dubbio è risultata una delle manovre più coraggiose della giunta Zingaretti. Una mossa decisa e quasi imposta da parte della Pisana. Che negli ultimi giorni sta suscitando qualche polemica (nemmeno troppe) e diversi atti di riconoscimento. Il tema è quello delicato dell’aborto. Il decreto tocca i medici dei Consultori familiari. Obbligandoli a rilasciare, alla donna che ha “scelto”, le certificazioni necessarie per richiedere l’interruzione volontaria di gravidanza. Naturalmente all’interno delle strutture autorizzate (legge 194). In sostanza il famoso giro dei “no” tra i camici bianchi d’ora in poi dovrebbe cessare. E chiaramente il dibattito si divide in favorevoli e contrari. In conservatori e progressisti, per dirla all’americana.
“In un Paese in cui l’obiezione di coscienza rende sempre più difficile il riconoscimento di questo diritto, il provvedimento è molto importante – ecco il parere di Sel, tramite la nota di Umberto Cinalli – Il Lazio è tra le regioni con il più alto numero di obiettori, una situazione insostenibile”.
Cinalli si scaglia poi contro la politica. O meglio, contro ciò che ritiene strumentalizzazione pura: “Mentre il consigliere di minoranza Sabatini accusa Zingaretti di voler imporre il monopensiero e di usare gli obiettori come arma di distrazione, spostando il tiro dalle vere emergenze della sanità laziale, cerchiamo di ricondurre il confronto sul piano della civiltà, sottraendo al dibattito scempiaggini strumentali e superficiali banalità”.
Ed è proprio tra questi cavilli burocratici-amministrativi che si pone l’operato della Regione. Secondo la quale, da oggi, si può obiettare solo sulla pratica dell’aborto, ma non sulle attività propedeutiche (considerate come un dovere deontologico) come l’attestare lo stato di gravidanza o certificare la richiesta della donna che vuole abortire.
E per quanti infine pensino che il provvedimento sia in contrapposizione con la 194/78 (che consente agli obiettori, in base all’art. 9, di non espletare queste procedure) ecco il parere della ginecologa Silvana Agatone, presidente della Laiga (Libera Associazione Italiana Ginecologi per l’applicazione della legge 194/78): “Questo conflitto apparentemente esiste, ma Zingaretti ha finalmente avuto il coraggio di rivelarne l’inconsistenza. Non si vede perché un obiettore non possa affrontare con la donna le problematiche che la inducono all’aborto e rilasciarle relativa documentazione”.
Un piccolo passo per la donna, si direbbe. Un grande passo per il Lazio.

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