02052024Headline:

Villa Lante, la Cgil alza la voce

Antonella Ambrosini (Cgil)

Antonella Ambrosini (Cgil)

Villa Lante. Come direbbe Rocco Siffredi: l’affare si ingrossa. Mancava un parere. Ed eccolo, puntuale. A parlare stavolta è la Cgil. Che, chiaramente, si schiera dalla parte dei lavoratori. Altrimenti non sarebbe un sindacato, ma una bocciofila.

Dunque. Nei giorni precedenti si è dibattuto fino allo sfinimento della chiusura domenicale del parco. Dapprima palesata in modalità “piaga d’Egitto”. Per poi passare a “ci pensa la Prociv, che è assicurata”. Ed infine “facciamo un accordo con la pro loco”.

Questo il sunto. E questa in sostanza la strada decisa al fine di non allucchettare i cancelli. La Cgil però pone lo sguardo non tanto sulla conclusione, quanto piuttosto sulle colpe. Certificate o presunte. Aprendo così: “In modo più o meno celato – dice Antonella Ambrosini – si prova ad attribuire la responsabilità ai lavoratori che ‘brutti e cattivi’ non sono disponibili a fare qualche sacrificio. E’ bene chiarire alcuni passaggi. Operano in sede 14 persone, di cui due sono in maternità e due assenti per lunga malattia (non sostituite), e visto che nel periodo estivo anche gli interni hanno il brutto vizio di andare in ferie, l’organico si riduce a nove, dieci. Il Ministero dei Beni culturali, soprintendente Giorgio Palandri, dichiara che è estremamente difficoltosa l’effettuazione del servizio ordinario. Mai successo in passato. Nonostante le turnazioni non vengano erogate da novembre”.

In realtà, almeno su queste colonne, non si è mai data la colpa ai guardiani. Semmai a chi li gestisce. Comunque. “Altra precisazione – prosegue – immaginando che quest’anno si sarebbe presentata questa problematica, i deputati alla programmazione mensile dei turni hanno provato a fare delle proiezioni rispetto al numero di personale impiegato, ed erano arrivati alla conclusione che se le unità impiegate in un turno fossero state due, con il supporto di altro personale garantito da enti, quali la Protezione civile, il Comune, la Provincia e persino la Fondazione Carivit, si sarebbe garantita l’apertura pomeridiana dei festivi. Guarda un po’ è la stessa soluzione che hanno trovato dopo tanto tutte le ‘celebrità’ che si sono adoperate. Ci risulta che è stata presentata regolare richiesta di disponibilità a tali enti da parte del direttore Tiziana Farina, ma non ha mai ricevuto nessuna risposta. Se ci sono delle colpe non sono certo dei dipendenti, e come dice quel detto ‘il pesce puzza dalla testa’”.

A questo punto sarebbe solo interessante dare uno sguardo ai contratti dei custodi. Giacché, secondi molti uccellini del parco, il problema principale sarebbe proprio legato a folli accordi sindacali. Tutto da dimostrare, sia chiaro…

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