03052024Headline:

Amatrice ha scelto il referendum

 Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi

Il sindaco di Amatrice Sergio Pirozzi

Amatrice ha deciso: farà il referendum (e per favore, non chiamatelo “referendum all’amatriciana”) per scegliere se lasciare la regione Lazio e passare altrove, in Abruzzo (alla quale il centro montano apparteneva fino al 1927) o magari Marche. Il consiglio comunale aperto dell’altra sera ha sposato la linea indicata dal sindaco Sergio Pirozzi, una forma estrema di protesta per tutelare l’ospedale locale, in procinto di essere trasformato dalla stessa Regione in casa della Salute.
E Acquapendente, Acquapendente che fa? Il paese dell’Alta Tuscia è sulla stessa barca dei reatini, perché i progetti del presidente (e commissario straordinario della Sanità) Zingaretti sono gli stessi. Addio ospedale, ecco la casa della salute. Lo prevede il decreto 270, firmato a luglio, che taglia questi due nosocomi salvando invece quelli di Bracciano, Monterotondo e Subiaco. Perché questi tre sono ospedali di aree disagiate, mentre Acquapendente e Amatrice evidentemente no, sempre per la Regione, e poco importa che per entrambi i casi l’alternativa ospedaliera più vicina (e più “comoda”) sia a settanta chilometri di distanza.
Parallelamente al referendum – che è una minaccia a lungo termine, ma che darebbe al Lazio una brutta botta a livello d’immagine – Amatrice prosegue insieme ad Acquapenente un’altra strategia, pià morbida. Quella legale, con il ricorso al Tar già approvato da entrambi in consigli e ora in mano ai rispettivi avvocati, e alla consulenza dell’Anci e di FederSanità. Se questa opzione non dovesse andare a buon fine, comunque, è ipotizzabile che la stessa Acquapendente segua Amatrice sulla strada del referendum secessionista, tra l’altro previsto dalla Costituzione e già effettuato in alcune zone d’Italia (per esempio nei comuni del Valamarecchia, passati qualche anno fa dalle Marche all’Emilia Romagna). “Non abbiamo nessun timore reverenziale nei confronti della Regione e di Zingaretti”, ha scandito il sindaco aquesiano Alberto Bambini.
Intanto, sulla vicenda c’è da registrare una nota della stessa Regione, che rassicura Amatrice dicendo che con la casa della salute “verranno comunque garantiti i medesimi livelli di assistenza previsti nelle zone disagiate”. Una risposta burocratica che non tira in ballo Acquapendente (e chissà perché) e che si affida al burocratese per una promessa tutta da verificare. E anche il Movimento Cinque Stelle spara ad alzo zero contro Zingaretti: “Ha firmato la morte di questi ospedali – ha detto il consigliere Davide Barillari, che martedì era ad Acquapendente per il consiglio comunale – I sindaci ribelli, molti del Pd, sono sempre di più. Colpa di Zingaretti e dei suoi tagli ingiustificati, anche nei confronti di strutture di eccellenza”. Dai grillini arriverà anche un’azione in consiglio regionale e in commissione Sanità.

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