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Il 3 settembre quest’anno è già arrivato

Le prove di girata in via Marconi

Le prove di girata in via Marconi

E’ già Santa Rosa? La domanda non sembri balzana, il calendario non sarebbe mica cambiato, la festa è sempre lì, il 4 settembre, col 3 giorno clou visto che si trasporta quella cosa lì. E però a leggere, ad ascoltare, a girare per la città soprattutto, sembrerebbe che quest’anno quei giorni siano già arrivati. Che sia un bene o un male, be’, è una faccenda privata et personale.
Però. Però intanto va detto che questa tendenza di “santarosizzazione” è in atto già da tempo. Perché le estati sono sempre più brevi e povere, le partenze per le vacanze sono scaglionate, agosto non è più quel deserto di una volta, e insomma, il solito luogocomunismo del caso, signora mia. C’è da riempire il tempo e dunque calarsi già nell’atmosfera festaiola può anche far comodo. E’ un rimedio antinoia, naturale e senza additivi.
In più ci si mettono anche questioni tangibili, concrete. Con gli anni, l’organizzazione della festa è migliorata sensibilmente. Innanzitutto da un punto di vista tecnico. Il traliccio a San Sisto si monta prima (quest’anno il 22 luglio) e benché l’anticipo possa essere rischioso – si veda la tromba d’aria che, nel 2007, comunque ad agosto, mise a rischio il Trasporto di Ali di Luce -, è anche il segnale inequivocabile d’ingresso nel periodo caldo.
Ma non è solo questo, naturalmente. Sono pure le aspettative dei viterbesi intorno a Santa Rosa che sono cresciute. Negli ultimi trent’anni un papa, due presidenti del Consiglio, decine di ministri più svariati – quanto trascurabili – personalità sono venute a Viterbo solo ed esclusivamente per questo. Il riconoscimento dell’Unesco, che a fine autunno ha dichiarato il Trasporto (inteso globalmente) bene immateriale dell’umanità, non ha fatto altro che aumentare ancora l’attesa. Come se si aspettasse da un momento all’altro la definitiva consacrazione – si perdoni il termine – di questa tradizione a livello nazionale e internazionale. Purtroppo, su quello che c’è intorno c’è ancora molto da lavorare, ma questo è un altro discorso. Così come è inutile abbandonarsi ai benaltristi (e qualunquisti) che invocano maggiore attenzione ai problemi della città, piuttosto che ai preparativi per la festa.

Il sindaco con Massimo Mecarini e Sandro Rossi

Il sindaco con Massimo Mecarini e Sandro Rossi

Esempi concreti che siamo già in pieno cortocircuito? Già qualche settimana fa hanno provato a giocare d’anticipo quelli di Viterbo Civica, con una bislacca proposta: la possibilità di far versare un’offerta volontaria agli spettatori del 3 settembre. Una boutade, d’accordo, che oltre ad infischiarsene bellamante di sette secoli di storia, ha fatto anche incavolare i puristi della tradizione. E a ragione. Ma è soprattutto la novità sul percorso a occupare le pagine dei giornali e a monopolizzare i discorsi dentro e fuori ai bar. Già, perché per celebrare il bollino Unesco, il Sodalizio dei Facchini ha pensato quest’anno di allungare il Trasporto, scendendo e risalendo via Marconi da piazza del Teatro, come accadde nel 1952. Un’operazione audace (ma i Facchini sono abituati alle sfide), provata ieri mattina all’alba e ritenuta “praticabile” dal capofacchino Sandro Rossi. E’ inutile dire che quella sera sarà il delirio, più delirio del solito. E mancano ancora oltre tre settimane.
Una volta l’arrivo di Santa Rosa era un momento preciso, e indefinito, certamente dopo Ferragosto: poteva essere un odore (noccioline tostate e sudore, zucchero filato e birra versata), un incontro casuale di una persona che non si vedeva da tempo, una frase, un piccolo particolare che faceva dire “ci siamo pure quest’anno”. Adesso invece quell’atmosfera sembra essersi allungata, diluita. E la domanda finale è d’obbligo: siamo tutti destinati (condannati?) a una Santa Rosa perenne?

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1 Commento

  1. Leo Viterbium ha detto:

    qui lo dico e qui lo nego. A me la progressiva spettacolarizzazione del Trasporto non piace per niente; la perdita della concentrazione, la passerella di ospiti, le luci e i suoni ingombranti e invadenti, l’esaltazione dei facchini definiti “eroi”, “cavalieri”, e un sacco di epiteti gonfi e ventosi, la retorica sbrodolata delle lunghissime telecronache tutte centrate sull’evento sportivo/mondano, la tronfia vanità di avere impressionato l’Unesco (buoni quelli !), trovo tutto ciò di una volgarità e meschinità infinita.

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