02052024Headline:

L’opposizione scopre il caso Ciambella

La torta per i 46 anni di Gianmaria Santucci

La torta per i 46 anni di Gianmaria Santucci

C’è la torta, perché è il compleanno di Gianmaria (Santucci: 46 anni, e tanti auguri) ma l’impressione è che questa conferenza stampa delle forze d’opposizione in Comune serva soprattutto a fare la festa a Luisona. Luisona Ciambella, claro. Perché ora che la battaglia sul Bilancio è finita si possono contare i morti e i feriti, e si possono segnare gli obiettivi colpiti e quelli da colpire. La vicesindaco, nonché assessore al Bilancio, è una di questi.

Lo dice chiaramente lo stesso Santucci, prima di stappare le bottiglie di prosecco per celebrare il suo genetliaco: “E’ nato un caso Ciambella. E’ lei che ha perso la guerra. Ora si apre un caso dentro la maggioranza, un caso politico, che mi auguro venga preso in esame appena dopo la pausa estiva”. E Claudio Ubertini, capogruppo di Forza Italia, svela un retroscena: “L’assessora era irremovibile. Se non fosse stato per l’intervento di Serra e alla successiva apertura del sindaco, saremmo ancora a discutere del Bilancio, avremmo fatto Santa Rosa”. E sullo strano asse coi renziani ci sarebbe da discutere parecchio.

Ma cosa imputano alla Merkel viterbese, gli otto cavalieri della minoranza? Intanto, va ricordato che la “signora di Vignanello” (copyright Vittorio Galati, che rinfresca quella vecchia canzone “la ragazza di Ipanema”) è da sempre considerata, almeno da destra, come la colonna fioroniana nella Giunta. Senza dimenticare che alcune sue uscite in passato sui “danni provocati dalle passate amministrazioni” avevano infastidito non poco chi, nelle passate amministrazioni, aveva ricoperto ruoli di spicco. Ma non è soltanto questo, né l’atteggiamento tetragono, a indispettire i nostri. “E’ che ha fatto un bilancio che non stava in piedi – dice Santucci, che di Bilanci ne ha visti parecchi, tra Regione e Provincia – E’ partita da un presupposto sbagliato, l’assessore: quella di dover aumentare per forza le tasse per coprire la mancanza dei fondi dei trasferimenti statali. Senza neanche prendere in considerazione i tagli, lo snellimento dei costi della macchina amministrativa, snellimento che invece abbiamo dimostrato essere possibile, col risparmio di 750mila euro che non saranno tolti dalle tasche dei cittadini. Abbiamo fatto opposizione vera, studiando ogni singolo provvedimento, e alla fine conoscevamo il Bilancio meglio di quelli della maggioranza. I nostri emendamenti? Ci siamo fermati perché o trovavamo una sintesi oppure si paralizzava il Comune, e di questa apertura va dato merito al sindaco”.

Il vicesindaco Luisa Ciambella

Il vicesindaco Luisa Ciambella

Pure Giulio Marini non risparmia bordate: “Era un Bilancio drogato, e loro non se n’era accorti – dice l’ex sindaco – Quello che mi stupisce è la totale mancanza di sensibilità di questa maggioranza, muro contro muro per nove giorni, tranne la schiarita finale. Eppure le nostre erano richieste normali, democratiche. Abbiamo ottenuto una riduzione degli aumenti fiscali previsti in un primo momento, e questo è un successo, però va detto che in questo Bilancio non è previsto alcun investimento per la città, non c’è progettualità e quella che c’è è tutta riconducibile alla passata amministrazione. E dire che Michelini potrà contare anche sui soldi della Regione, che per i prossimi tre anni metterà quasi tre euro l’anno su ogni cittadino: per Viterbo parliamo di 180mila euro da spendere, linfa vitale che permette di non tagliare grasso dal prosciutto”.

In che senso? Questo è un altro fronte d’attacco nei confronti della vicesindaco. L’opposizione l’accusa più o meno apertamente di aver “appaltato” (ma il termine è più pesante) quote di bilancio ai consiglieri e ai delegati. Dagli ottomila euro per la pace a Paolo Moricoli, ai contributi delle frazioni, alle iniziative care anche ad altre anime della minoranza (leggi: Chiara Frontini) che alla resa dei conti si sono dimostrate meno intransigenti dei colleghi. Ancora Santucci, sul filo del paradosso: “Alla fine, la marchetta più sensata è quella per Caffeina: 50mila euro per un’iniziativa vera, mentre ci sono fondi per cose molto più eteree, tipo i 150mila euro per una mostra dell’Antiquariato che per ora è soltanto annunciata e che magari si sarebbe potuta organizzare con altre formule”. Insomma, provvedimenti spot, su richiesta, senza un quadro principio di sviluppo della città, al punto che Marini la butta lì: “E’ lecito finanziare tutto questo con le tasse?”.

Adesso c’è Ferragosto, poi Santa Rosa, e magari le accuse della minoranza scivoleranno nelle profondità degli archivi. “Ma il trauma politico resta – dicono loro – Con quale spirito il consiglio comunale discuterà le prossime iniziative della Ciambella? Il prossimo Bilancio? Il voto unanime del consiglio per abbassare quelle tasse inizialmente previste?” Domande che sottintendono il Quesito Finale, non pronunciato ma lasciato intendere: se ha sbagliato il suo primo vero Bilancio, la Ciambella può continuare ad avere quella delega?

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1 Commento

  1. Massimiliano Forieri ha detto:

    il problema non è la ciambella ma il BUCO!

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