02052024Headline:

Nella Tuscia cresce solo la disoccupazione

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale Uil

Giancarlo Turchetti, segretario provinciale Uil

La Tuscia ha centrato un record. Era ora? Ma anche no, visto che si parla di un primato brutto brutto, che nessuno c’invidia: quello della disoccupazione. Nel 2013, anno maledetto, il tasso di disoccupazione della provincia di Viterbo è quello che è lievitato di più: un 2.6 per cento in dodici mesi che ha portato la quota totale dei senza lavoro al 15.6 per cento.
Lo ha annunciato, non certo con gaudio, il segretario generale della Uils, Giancarlo Turchetti, riportando i dati del suo sindacato nel rapporto “No Pil? No job”. Meglio di noi stanno Frosinone (+2,5%), Latina (+2,1%), Rieti (+1,8%) e Roma (+1,3%).
“Si tratta di un incremento allarmante – spiega Turchetti – se si considera che dal 2008 al 2013 l’incremento del tasso di disoccupazione è stato del 5,5%. Aumentano anche le persone in cerca di occupazione: 21mila in tutto con un +61,5% rispetto al 2008 e un +23,5% rispetto invece al 2012. Una situazione – sottolinea il segretario – che si riflette pesantemente sulla disoccupazione giovanile sempre più vicina al 50%. In soli 6 anni i giovani che hanno perso il lavoro o non lo trovano affatto sono aumentati del 20,6% attestandosi attorno al 48% di disoccupazione giovanile. Una crisi – conclude Turchetti – sempre più allarmante che sta ridisegnando il rapporto tra le persone e la propria comunità, tra lavoratori e imprese, tra imprese e istituzioni”.
“La Uil – spiega il segretario confederale Guglielmo Loy – crede fortemente che un buon cambiamento non possa prescindere da due fattori fondamentali: il lavoro e l’inclusione sociale. Lavoro per il maggior numero di persone, lavoro di qualità e che garantisca certezza di reddito; inclusione sociale come condizione per evitare che il cambiamento lasci per strada i più deboli. Obiettivi, oggi, apparentemente lontani, ma che vanno perseguiti con forza anche attraverso politiche attente alle reali condizioni economiche, allo sviluppo sociale e produttivo delle tante realtà territoriali che compongono il tessuto del Paese”.

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