03052024Headline:

Consiglio comunale: repetita (non) iuvant

consiglio comunaleL’ultima volta che si erano visti mancava una manciata di giorni a Ferragosto, le teste erano pesanti, i volti stanchi. Approvato il bilancio, passate le ferie, onorata Santa Rosa, oggi i consiglieri comunali torneranno a celebrare quel grande rito della democrazia che si chiama consiglio comunale. Una raffica di sedute (anche giovedì 25 settembre, martedì 30, giovedì 9 e 16 ottobre) per discutere ben 49 punti al’ordine del giorno. Sembrerebbe un tour de force, quello che spetta ai rappresentanti eletti dal popolo, e invece probabilmente non lo sarà, salvo qualche colpo di scena (comunque possibile) nelle interrogazioni urgenti.

Perché la maggior parte degli argomenti in trattazione sono vecchi come il cucco, rimasti intruppati nel traffico della burocrazia più spicciola da mesi, e altri – con tutto il rispetto – sembrano soltanto questioni tecniche, da presentare e votare quasi in modalità automatica. Un esempio di quest’ultima tipologia arriva già dal primo punto: l’approvazione del verbale delle passate sedute (fino al novembre scorso), come prevede il regolanento. Il presidente del consiglio Rossi leggerà in fretta, si alzeranno le mani e la cosa è sistemata.

Quelli dimenticati Peggiore – e per certi versi poco dignitoso è il resto del programma. La quasi totalità degli altri 48 punti. Alcuni dei quali ridotti dal tempo allo stato fossile, visto che giacciono inermi nella lista da mesi e mesi, sorpassati e rispinti sul fondo della hit parade, via via, da altri ordini del giorno più o meno urgenti – più o meno utili – che venivano presentati di volta in volta. Insomma, come quelle canzonette che restano in classifica per mesi, magari senza meriti specifici ma soltanto per forza d’inerzia. Non ci credete? Prendiamo il punto 17: “Comunicazioni del consigliere delegato Francesco Serra relative alla Scuola Musicale Comunale di Viterbo – Programma di rilancio”. Sta lì da sei mesi, e naturalmente nessuno ne chiede l’anticipazione. Così come le varie alienazioni dei terreni, specie nelle frazioni: ci sono tre o quattro punti in merito, tutti impantanati da tempo immemorabile, mentre magari i proprietari di quei pezzi di terra aspettano sfoggiando pazienze di giobbe. Leggenda narra che il punto numero 2, sulla salvaguardia del bacino termale, risalga a quando Viterbo era frequentatissima dal papa e dalla sua corte proprio per le acque sulfuree.

Quelli rivalutati Ci sono però anche argomenti ormai datati che ritrovano nuova forza dall’attualità spicciola, per esempio quello proposto – illo tempore – da Marco Ciorba (Oltre le mura) sulla Sovrintendenza. Il consigliere lo aveva pensato quando, grazie alla riforma annunciata dal Governo, si poteva aprire uno spiraglio per portare la sede della Sovrintendenza a Viterbo. Poi è successo che la Sovrintendenza dell’Etruria meridionale è stata direttamente abolita ed ecco che l’idea di Ciorba può tornare utile per la battaglia che Palazzo dei priori dovrà/vorrà fare per evitare questa assurda cancellazione. Già, bisogna essere anche lungimiranti, quando si presenta un ordine del giorno, o una mozione. Ne sa qualcosa pure Gianmaria Santucci, che da mesi chiede di parlare della segnaletica di Santa Barbara e che evidentemente aveva capito tutto da un pezzo, data la quantità di incidenti e tamponamenti che avvengono sulle strade del quartiere proprio a causa della viabilità..

Quelli snobbati Poi ci sono quelli che scrivono e aspettano. Tipo Gianluca De Dominicis, che tra i consiglieri è uno di quelli più dinamici, o grafomani: tra i 49 punti in discussione da domani ce ne sono addirittura undici firmati dal Movimento Cinque Stelle, vale a dire il 20 per cento del totale. Anche se va detto che una mozione, quella sull’istituzione della consulta sulla cultura, è addirittura doppia: si trova sia al punto 10 sia al punto 35 dell’elenco. Chissà se la ripetizione servirà a far scalare all’argomento qualche posizione, e ad essere finalmente dibattuto in aula. De Dominicis sfoggia anche altri punti ormai datati, ma che conservano un certo fascino come quelle belle signore di un tempo: c’è quella sull’area di sgambatura per i cani (una delle prime proposte dai grillini, oltre un anno fa, e non si sa per quale motivo ancora inevasa: che qualche consigliere tema le conseguenze di un parchetto per animaletti? Mah…), o quell’altra sul divieto di costruire inceneritori sul territorio comunale. Quest’utltima fu partorita tanto tempo fa, quando infuriava il dibattito sull’arrivo dei rifiuti da Roma, ed è ancora lì: una mozione che puzza, si direbbe.

Quelli solidi come querce E la lista prosegue, tra termini misteriosi (Tuel, Generation Awake, Scec, Covenant of Mayors), gli orti urbani della consigliera De Alexandris – pure questi millesimati come uno Chateau LaFitte – e finiti in ultima posizione. Prima di loro, al numero 48, si discuterà intorno ad una petizione dei cittadini per interdire al traffico di mezzi pesanti alcune vie di Grotte Santo Stefano, e prima ancora del parco delle Querce a Santa Barbara. E quando se ne discuterà? Probabilmente quando il suddetto parco sarà già stato realizzato. Meglio tardi che mai, tanto in consiglio c’è tutto il tempo che serve.

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