02052024Headline:

Sempre i lavoratori pagano la crisi

patronato sindacatiIl taglio di 150 milioni di euro proposto dal Governo Renzi contro gli istituti assistenziali di Patronato non punta solo a colpire uno dei servizi più importanti del sindacato, ma soprattutto i lavoratori e le loro famiglie, andando a prendere i soldi previsti dal taglio annunciato non nelle casse dello Stato ma direttamente nelle tasche dei lavoratori e delle loro famiglie.

Innanzitutto chiariamo subito una cosa: il servizio di Patronato non viene finanziato dallo Stato, ma dai contributi previdenziali versati dai lavoratori attivi del settore pubblico e privato. Quindi non c’è nessuna spesa reale per lo Stato, che per i Patronati non versa un euro. Sono i lavoratori a pagarsi un servizio fondamentale – stiamo infatti parlando di ricostruzione di carriere, pensioni, invalidità, disoccupazione e tanto altro ancora – un servizio che il sindacato garantisce gratuitamente, senza chiedere un soldo in cambio. Un servizio aperto a tutti, non solo agli iscritti. Dopodiché, se ciò non bastasse, il taglio ai Patronati comporterà la perdita di almeno 6 mila posti di lavoro. E ciò significherà meno tutela e assistenza a lavoratori e cittadini e di conseguenza meno equità sociale in un periodo di crisi economica che guarda caso si traduce in licenziamenti, cassa integrazione, imprese che chiudono i battenti e famiglie buttate in mezzo a una strada.

Dunque dov’è il taglio alla spesa pubblica? Quale spesa? Il provvedimento che il Governo Renzi vuole adottare ha un solo obiettivo: far pagare la crisi ai lavoratori, ai pensionati e a tutti i cittadini! Farla pagare a chi la crisi l’ha subita e continua a subirla.

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