02052024Headline:

Uno Stato snello per il bene comune

aula della cameraNon c’è più discussione, da molto tempo, sulla gravità del problema relativo alla “pesantezza” eccessiva, e addirittura alla “elefantiasi” dell’apparato statale, fonte a un tempo di sprechi e inefficienze. L’obiettivo dello snellimento della macchina pubblica, in senso lato, è da noi nettamente perseguito pur nella estrema attenzione a non diminuire la qualità dei servizi che lo Stato ha il dovere di rendere ai cittadini.

Da questo punto di vista, Confartigianato è attenta ed ha attuato sportelli che provano a dare risposte ad aziende, famiglie, cittadini, consumatori, imprese, ferma restando la certezza che la prima e più importante risposta deve essere rintracciata in un apparato statale celere e snello.

Ci sentiamo di parlare di “Stato snello”, in questo senso, con immediatezza e decisione. Per il raggiungimento di tale obiettivo crediamo ci siano una serie di punti chiavi che devono essere attuati. Il dimezzamento del numero dei parlamentari; la unicameralità del parlamento; l’abolizione dell’istituto dei senatori a vita; la fissazione di parametri equi e omogenei per i costi della politica e per le indennità di rappresentanza negli organi costituzionali; la generale semplificazione legislativa e normativa attraverso la creazione di uno snello organo tecnico che affianchi il lavoro parlamentare con l’incarico di espungere regolarmente dall’ordinamento, attraverso gli strumenti di testi unici per materia e similari, le norme via via superate da provvedimenti di nuova approvazione.

Ancora, il superamento dell’istituto delle authorities; il superamento del concetto subdolo e ambiguo di “competenza concorrente” in materia legislativa fra Stato e regioni; il superamento delle distinzioni fra regioni ad autonomia ordinaria e regioni ad autonomia speciale; l’abolizione pura e semplice delle province; la facilitazione della possibilità di attivare il processo di fusione per quei comuni di minori dimensioni che nella loro autonomia decidessero di orientarsi in tal senso; l’abolizione pura e semplice del Cnel; la semplificazione e tendenziale unificazione dei sistemi di sicurezza interna ed esterna del Paese, con riferimento particolare alle diverse forze di polizia; la valorizzazione delle autonomie sia territoriali sia funzionali operanti nel paese, in chiave di sussidiarietà e pluralismo, incoraggiando in tal modo anche il “terzo settore” come potenziale grande infrastruttura sociale capace di pervadere vitalmente della sua capacità di risposta tutti i campi nei quali si ponga una domanda di servizi alla persona e alla comunità, cui lo Stato, per i più diversi motivi possibili, non risponda.

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