02052024Headline:

A Villanova serve una vera scuola

Nicola Savino

Nicola Savino

Quartiere Villanova, via Filippo Grispigni, numero civico 1. E’ lì che da oltre vent’anni risiede la scuola primaria del rione omonimo, dipendente dal punto di vista amministrativo e scolastico dall’istituto comprensivo Pietro Egidi (sede all’Ellera). Uno stabile con una trentina d’anni di vita (e li dimostra tutti) dove i primi due piani sono utilizzati per le lezioni di 6 classi: complessivamente circa 120 alunni e una decina di insegnanti. Terzo piano al momento disabitato. Ascensore? Manco per idea. Palestra? Non pervenuto. Un giardino? Idem come sopra. Costo attuale di affitto per il comune di Viterbo: 80mila euro l’anno. E’ una spesa realmente produttiva e utile? Solo un pazzo potrebbe sostenere di sì. E dunque la decisione dell’assessora Valeri di chiudere la scuola è ineccepibile solo a patto che non si privi il quartiere della sua scuola elementare.

Lasciare il più presto possibile quei locali e quella struttura è sacrosanto. Mandare un centinaio di bambini da altre parti senza trovare una soluzione in loco è illogico e ingiusto. Ma vi pare possibile che un alunno portatore di handicap debba arrancare faticosamente per salire e scendere le scale? O che tutti i piccoli studenti non possano compiutamente eseguire esercizi fisici nelle ore di educazione motoria? O che, nelle belle giornate primaverili o settembrine, non si debba trascorrere qualche momento di allegria in giardino? No, non è più concepibile a fronte, peraltro, di una spesa ingiustificatamente esosa. Basta farsi due conti per comprendere che il lungo periodo di locazione è costato ai cittadini viterbesi molto più di un milione di euro. Un qualunque buon padre di famiglia avrebbe sicuramente investito una somma simile per farsela da solo la casetta o, nel caso specifico, la scuola.

Eppure qualche anno fa, si pensò di costruire la materna di Villanova (in via Garbini): non sarebbe stato più logico e produttivo pensare di realizzare un maggior numero di aule in quella stessa area? O, ove non fosse stato possibile, in altra zona limitrofa? Già, ma la logica e la buona amministrazione spesso non albergano nelle menti di chi siede a Palazzo dei Priori: tanto paga Pantalone. Che poi sono i cittadini tutti.

E’ sacrosanto che i residenti in quel quartiere raccolgano firme per non far andare via la scuola che va difesa con ogni arma. Non l’edificio che invece va lasciato il più presto possibile. L’assessora Valeri ha posto un problema serio, ma non ha trovato finora una soluzione adeguata (se non decidere un rinvio della chiusura). Non sarebbe il caso di pensare a costruire una struttura ex novo o di ampliare la materna, se è possibile farlo? Ottantamila euro l’anno per quell’edificio non sono più accettabili e giustificabili: sono solo uno spreco intollerabile. D’accordo, sono necessari 2-3 anni per realizzare la nuova elementare, ma anche i cittadini accetterebbero il sacrificio di uno spostamento temporalmente limitato a fronte di un investimento così importante. Così si fa buona amministrazione, così si fanno gli interessi veri dei propri amministrati.

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