02052024Headline:

“Non si uccide in nome di Dio”

Il presidente del centro culturale islamico: "Da noi persone per bene. E amiamo la Tuscia"

ISLAM VITERBO

Un momento di preghiera al centro culturale islamico di Viterbo

Esiste un Islam moderato, tollerante, dialogante? Certo che esiste ed è tra noi. Nabil al Zeer è il presidente dell’Associazione culturale islamica di Viterbo (sede in via Garbini, 106) ed è anche l’imam della piccola comunità di musulmani (una quarantina circa i frequentatori abituali delle preghiera del venerdì; circa 200 per le grandi occasioni) nel capoluogo della Tuscia. “Grido forte il mio sdegno – scandisce a voce alta – per l’atto di violenza in Francia.Una barbarie che colpisce soprattutto noi islamici. Sono orgoglioso di essere italiano e di rispettare le leggi di questo Paese. Posso non condividerle talvolta, ma intanto il mio dovere è di essere un buon cittadino”.

Nabil è in Italia da quando ne aveva 18 anni. “Sono palestinese di Hebron – spiega – e arrivai qui per studiare medicina, prima a Perugia e poi a Bologna. Mi avevano convinto i miei genitori, ma a me non piaceva. Al quarto anno mollai tutto e cominciai a lavorare. Prima come interprete e poi nel settore delle ceramiche. Proprio in quelle circostanze conobbi mia moglie, che è italiana, di Sassuolo per la precisione. Abbiamo 4 figli (di cui 3 sposate, mentre l’ultimo ha quasi16 anni) e 8 nipoti. Io sono italiano ormai e sono orgoglioso di esserlo”.

Inevitabile tornare sui recentissimi episodi di Parigi: “Non si uccide in nome di dio, chiunque esso sia. Io non posso e non voglio pregare un dio che mi chiede di uccidere in suo nome. Questa è la mia posizione ed è la posizione della stragrande maggioranza dei musulmani. Si calcola che nel mondo gli islamici siano oltre un miliardo e mezzo. Isis, al Qaeda, altre organizzazioni: quanti sono davvero? Nessuno lo sa, ma sicuramente un’esigua minoranza. Eppure si tende ad accomunare ogni fedele di Allah nella categoria dei terroristi. Questo è profondamente sbagliato. Ho sentito in tv Giuliano Ferrara dire cose pesantissime sul nostro conto, ma non è così: credetemi. Io penso che certi eccessi verbali con un indiscriminato attacco al

Un momento della manifestazione in piazza del Comune

Un momento della manifestazione in piazza del Comune

l’intero mondo islamico siano anch’essi una forma di terrorismo”.

Dall’Emilia alla Tuscia il passo non è piccolo… “Quando lavoravo nel settore ceramico – chiosa – ho avuto la possibilità di conoscere Civita Castellana e da lì non è stato difficile arrivare a Viterbo, dove mia moglie gestisce una lavanderia. Ci siamo innamorati del posto, della semplicità e della gentilezza della gente. Ecco perché siamo qui. Confesso che vorremmo tornare a Sassuolo dove ci sono i parenti di mia moglie. E forse lo avremmo già fatto se fossimo riusciti a vendere la nostra casa, ma con la crisi…”.

Oggi Nabil ha quasi 65 anni ma la pensione è ancora lontana. “Con le nuove regole – dice – devo arrivare a 67. Intanto lavoricchio ancora ma a ritmi molto bassi. Un po’ per questioni di salute, un po’perché nel mio settore è sempre più difficile trovare sbocchi. Qualche consulenza ogni tanto, nulla di più. Mi dedico all’Associazione dove spesso sono io l’imam. Ma nella religione musulmana non sono previste figure del clero: l’imam è semplicemente colui che conduce la preghiera. Spesso, soprattutto il venerdì, vengono gli amici della Digos a controllare. Mi fa piacere perché non abbiamo assolutamente nulla nascondere. Da noi è accettato solo chi è in regola con il permesso di soggiorno, per gli altri non c’è spazio. Anzi sono proprio io a segnalare alla questura i nuovi arrivi”.

Nabil, c’è spazio per un pensiero finale. “Ribadisco – conclude – il mio profondo sincero dispiacere per le vittime delle violenza, a qualunque religione appartengano. Ma confermo anche che non accetto tutto l’odio di questi giorni verso gli islamici. Episodi come quello di Parigi alla fine si ritorcono contro di noi e fanno davvero male alla stragrande maggioranza dei musulmani che la pensa come me”.

Ieri sera intanto, i cittadini viterbesi hanno voluto manifestare solidarietà alle vittime degli attentanti parigini con un raduno silenzioso in piazza del Plebiscito.

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