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Capitale della cultura o capitale del circo?

Dopo la candidatura e la formazione del comitato è partito lo spettacolo (non edificante)

Claudio Margottini, scelto come coordinatore del comitato

Claudio Margottini, scelto come coordinatore del comitato

Non è passata neanche una settimana da quando un sindaco Michelini in versione grandi ha comunicato la composizione del comitato scientifico per Viterbo capitale della cultura. Ecco un breve riassunto di quello che è successo da allora, attenendoci alla cronaca per quanto possibile in una vicenda così surreale.

Giovedì 12 marzo. In apertura il sindaco annuncia la squadra del comitato scientifico: Claudio Margottini (presidente), Alessandro Ruggieri, Annamaria Fausto, Mario Brutti, Domenico Merlani, Enzo Bentivoglio, Francesco Mattioli, Gian Maria Cervo, Luciano Osbat, Antonello Ricci, Antonio Delli Iaconi, lo stesso sindaco Michelini, Nicola Zingaretti, un rappresentante della maggioranza (Filippo Rossi) e uno dell’opposizione (Giulio Marini). Non vi preoccupate se non conoscete tutti i componenti: non siete gli unici, ma le ricerche su Google servono anche per questo.

Venerdì 13 marzo. L’opposizione in consiglio comunale tutta replica alla costituzione del comitato con una nota dallo spirito profondamente costruttivo: “Comunicare in consiglio comunale, un decreto di nomina del 9 marzo per un comitato che dovrebbe sostenere una opportunità di crescita per Viterbo, senza sentire il bisogno di condividere un percorso ed un progetto con l’intera assise comunale, è un brutto segnale che non fa ben sperare per il futuro (…) Per il riconoscimento Unesco l’intera città si era riunita e si era lasciata coinvolgere in una serie di iniziative in cui una miriade di associazioni e singole personalità avevano portato quel contributo di crescita e partecipazione che era stata la vera forza trainante del progetto. Stavolta invece si è scelto, a torto, una strada diversa. (…) Per questo i consiglieri di opposizione, propongono, come già fatto dal consigliere Giulio Marini che ha rassegnato le sue dimissioni, che i rappresentanti dei gruppi consiliari inseriti nella commissione vengano sostituiti almeno dalla presenza di un rappresentante del sodalizio dei Facchini di Santa Rosa, e da un rappresentante indicato dalla curia di Viterbo”.

Michelini e Marini ai tempi della campagna elettorale

Michelini e Marini ai tempi della campagna elettorale

Venerdì 13 marzo. Il sindaco cerca di correre ai riparti e convincere Marini a ritirare le dimissioni con questi fondamentali argomenti: “Presidente della provincia, senatore, parlamentare, sindaco di Viterbo. Con tutto rispetto per gli altri consiglieri, nessuno ha ricoperto tali ruoli così importanti all’interno della minoranza. lla luce di queste considerazioni invito nuovamente il consigliere Marini a rivedere la decisione di lasciare il comitato”. Per la cronaca, Giulio Marini è padre, uomo libero, lavoratore ma anche tifoso della Viterbese e del Milan, ma questo il sindaco si dimentica di dirlo.
Sabato 14 marzo. Ma non è soltanto la minoranza a sparare sulla composizione del comitato scientifico. Una bella raffica arriva anche da Marco Ciorba, di Oltre le mura, che poi sarebbe (o dovrebbe essere, o è stata, o sarà) la lista del sindaco. Appunto: “Si doveva evitare di inserire troppi politici. A partire dal presidente Margottino Così hanno trovato il modo di dare un incarico al primo trombato della lista. E’ una marchetta politica a Viva Viterbo”. Viva Viterbo, tra l’altro alleata di Oltre le mura in maggioranza: quando si dice “fare squadra”.

Domenica 16 marzo. Sul Corriere di Viterbo appare un articolo che evidenzia, in modo comunque equilibrato, alcuni errori commessi dal sindaco nella costituzione del comitato. A partire dalla scelta del presidente Margottini, geologo: “Un errore di sintassi”, lo definisce il quotidiano di piazza della Rocca.

Marco Ciorba

Marco Ciorba

Martedì 17 marzo. A notte fonda, o alle prime luci dell’alba (ore 2.01), tale Marcello Rossini, invia una nota per difendere la scelta di Margottini dagli attacchi di Ciorba, semmai ce ne fosse stato il bisogno: “Ho avuto modo di conoscere Margottini in occasione di un convegno sul turismo – organizzato a San Lorenzo Nuovo dall’associazione Radici e futuro della quale sono presidente – a cui presero parte altri illustri personaggi che si complimentarono, così come il pubblico presente, per la preparazione, la competenza e l’esposizione degli argomenti trattati. L’ho ritrovato in molti altri consessi di carattere tecnico/culturale e i suoi interventi sono stati sempre di altissimo profilo”. Ancora: “D’altra parte basta guardare cosa ha fatto, le persone che ha incontrato, la sua notorietà in Cina, dove insegna all’Università di Wuhan. Un esperto che il mondo ci invidia, appartenente al Servizio Geologico di Stato e che ha coordinato il consolidamento delle nicchie contenenti i Buddha di Bamiyan, in Afghanistan, distrutti dal Talebani; lavoro peraltro che gli ha conseguito il titolo di miglior lavoro al mondo di geologia applicata del 2004 oltre che un apprezzamento scritto da parte del Presidente Napolitano. Uno scienziato che ha coordinato lavori in tutto il mondo, sempre per conto dell’Unesco, come si legge dal suo curriculum, dal Sud America, all’Africa al medio Oriente, all’Asia”. Insomma: se il geologo ha ritirato sui Buddha afgani potrà anche far decollare la candidatura della città dei papi. Ma non basta: “Ricordo anche che alcuni anni or sono fu premiato, insieme al ministro Fioroni, come uno degli otto viterbesi più famosi nel mondo”. Accidenti. Il veleno sta nella coda: “Ciorba, trovare a Viterbo una persona cento volte migliore di Margottini, curriculum alla mano, non è assolutamente cosa semplice. Concludo. In simili affermazioni vedo solo astio, l’astio di Ciorba verso il sindaco Michelini: voleva la presidenza del consiglio ed invece è stato trombato”.

Gian Maria Cervo, direttore artistico di Quartieri dell'arte

Gian Maria Cervo, direttore artistico di Quartieri dell’arte

Martedì 17 marzo. Di prima mattina, con una “lettera ai direttori”, Gian Maria Cervo, direttore artistico del festival Quartieri dell’arte nonché membro del comitato, illustra una serie di iniziative e di idee per promuovere la candidatura. Poi conclude così: “Ho cercato di disegnare le pratiche e i modi di operare virtuosi di una Città d’arte e di cultura che, ragionevolmente, si affida alle sue eccellenze ma include l’intero tessuto delle realtà culturali nel suo operato, facendo crescere tutti. Credo che solo evitando lobbismi e visioni tribali Viterbo potrà affermarsi come Centro di proposta culturale in divenire”. Cervo può stare tranquillo: di lobbismi e visioni tribali da queste parti non se ne sono mai visti, specie nel mondo culturale…

Oggi. Questo il livello di dibattito – almeno finora, perché la sensazione è che peggiorerà – sulla candidatura a capitale italiana della cultura, per la quale c’è tempo fino al 31 del mese. Ma se dovesse sfumare Viterbo potrebbe sempre riciclarsi: esiste per caso una capitale italiana del circo equestre? Con tutto il rispetto per il circo equestre, s’intende.

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