02052024Headline:

Il lago dei cigni (ma non più delle oche)

Quelle canadesi saranno portate altrove. Il Comune di Capodimonte: "Pericolose"

Una veduta di Capodimonte con volatile annesso

Una veduta di Capodimonte con volatile annesso

L’argomento di discussione è alto, molto alto. E per due ottimi motivi. In primis, quando si ha a che fare con nuove tecniche da adottare in favore della conservazione dell’ambiente, si cammina sistematicamente sulle uova. Procedendo con la piena consapevolezza che di sicuro non si accontenterà tutti. Ancor più, poi, se si va a riparare un errore (in questo caso, storico) commesso dall’uomo sul territorio. Secondo, la questione è alta semplicemente perché si parla di oche. Bestiole con ali, pertanto. E quindi capaci di volare.
Ora. Da un bel pezzo a Capodimonte non si parla d’altro. Tra chiacchiere da bar e argomenti politici all’ordine del giorno. Il lago di Bolsena, in quel lembo di costa, è pieno zeppo di oche. Le “canadesi”, così si chiama la specie. In aumento costante e pericoloso di anno in anno. Al punto tale che si è deciso di stroncare, seppur in modo indolore, il fenomeno.
“Questo delizioso animale – spiega in una lettera aperta la signora Vera Lisi – come molti altri del resto, comprese diverse specie vegetali, è stato introdotto nel vecchio Continente durante il XVII secolo. Quando il fascino dell’esotico e le mode imponevano certe assurde scelte. Per adattarsi alle nuove condizioni, ha sofferto molto. Ora cosa accade? Per un altro capriccio umano quegli stessi animali verranno rimossi. Quale capriccio?”.
E questo in sostanza è il messaggio inviatoci in redazione. La Risi parla a nome di una sorta di “movimento” contrario al volere amministrativo. Argomentando la nota con diverse considerazioni. La prima delle quali tocca l’aspetto igienico. “Che non è un capriccio, certo – prosegue – Ma lo diventa se la popolazione se ne preoccupa solo nel caso del proprio asciugamano prendisole sulla battigia, quando tutt’intorno questo territorio è un indegno esempio di sporcizia”.
E qui forse è il caso di fermarsi, magari per sentire l’altra campana. Quella dell’ammininistrazione comunale guidata dal primo cittadino Mario Fanelli.

La vice-sindaco di Capodimonte Angela Catanesi

La vice-sindaco di Capodimonte Angela Catanesi

Possibile che questi si siano alzati la mattina e abbiano deciso di far estinguere una specie? Staranno forse organizzando una mega-sagra di anatre (cioè, di oche) all’arancia? Anche perché nessuno ha parlato di papere, cigni, e manco di nutrie. “Ma stiamo scherzando? – puntualizza subito il vice sindaco Angela Catanesi – Qui il problema è enorme. E lo abbiamo affrontato nel migliore dei modi. Le oche portavano salmonella. E molte mamme nemmeno si recavano più in spiaggia coi bambini, poiché qualcuna era anche aggressiva. Dovevamo intervenire”.
Perfetto. Ma come? Con la doppietta? “Chiariamo anche questo – prosegue – a riguardo ci sta una relazione dettagliata della Asl. Un lungo studio, al quale hanno partecipato anche l’Unitus e le guardie provinciali. Ai volatili è stato applicato un chip sulla zampetta. Verranno poi accorpati, numerati, e trasferiti altrove. Credo in un parco. In ogni caso in un luogo a loro più consono. Accompagnati da professionisti. Quel proliferarsi clamoroso stava diventando un disagio incredibile”.
Sul quale, vuoi o non vuoi, andava messa una pezza. Giacché il danno, a vederla dall’alto (e tornando quindi all’incipit), è stato commesso un sacco di tempo addietro.

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