03052024Headline:

In piazza per fermare le stragi in mare

Oggi la mobilitazione generale: l'Arci dà appuntamento alle 17 in piazza del Comune

Il presidente dell'Arci di Viterbo, Marco Trulli

Il presidente dell’Arci di Viterbo, Marco Trulli

In piazza per fermare le stragi in mare, le stragi dell’immigrazione e della disperazione. L’ultima tragedia avvenuta nella notte tra sabato e domenica al largo delle coste libiche, con centinaia di migranti inghiottiti dal mare dopo che la loro barca si era capovolta, ha scosso l’opinione pubblica e ha spinto ad una grande manifestazione per oggi. In tutta Italia e anche a Viterbo, con l’Arci che si è fatto promotore e che, come spiega il suo presidente viterbese Marco Trulli, ha “coinvolto le principali organizzazioni, dai sindacati alle realtà religiose, a quelle che si occupano dei diritti umani e della tutela di rifugiati e migranti”. L’appuntamento è per le ore 17 in piazza del Plebiscito, davanti alla Prefettura. Mentre nelle altre città italiane le manifestazioni saranno modulate autonomamente (a Roma, per esempio, la mobilitazione si terrà alle 14.30 a piazza Montecitorio).

“In una settimana più di mille morti in due stragi annunciate – è il messaggio dell’Arci – Stragi che hanno responsabilità precise: le scelte politiche e le leggi dei governi dell’Ue (compreso quello italiano) che consegnano le persone in cerca di protezione nelle mani dei mercanti di morte. Aumentando controlli e mezzi per pattugliare le frontiere non si fermeranno le stragi come dimostra quest’ultima tragedia, in cui i morti potrebbero addirittura essere 900, avvenuta a poche ore da quella che ha portato a morire altre 400 persone. Chi scappa per salvare la propria vita e quella dei suoi cari non si ferma davanti al rischio di morire in mare.

Non c’è più tempo da perdere. Si aprano subito vie d’accesso legali, canali umanitari, unico modo per evitare i viaggi della morte. Il governo italiano, in attesa che sia la Ue a farsene carico, riattivi subito un programma di ricerca e salvataggio in tutta l’area del Mediterraneo. Chieda contemporaneamente all’Ue di farsi carico di un programma di ricerca e salvataggio europeo. Si sospenda il regolamento Dublino e si consenta alle persone tratte in salvo di scegliere il Paese dove andare sostenendo economicamente con un fondo europeo ad hoc l’accoglienza in quei Paesi sulla base della distribuzione dei profughi. Questi morti non consentono a nessuno di perdere tempo e continuare a pronunciare parole vuote. Sono persone in carne e ossa. E invece sembrano fantasmi”.

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