02052024Headline:

La Tuscia dei Fantozzi subisce ancora

Tasse, ferrovia e ora i rifiuti: tre mazzate micidiali

L'impianto di Casale Bussi

L’impianto di Casale Bussi

Ci mandano i rifiuti da Roma. Ancora una volta, e voto 2. Era già successo l’anno scorso, e bisognò pure alzare un bel casino per avere delle conferme da chi di dovere. Stavolta invece la notizia arriva direttamente dalla capitale, che starebbe vivendo momenti d’emergenza sul tema e che dunque chiede aiuto anche alla provincia più remota. Già, perché questo siamo, provincia. Non soltanto nella percezione del romano medio, che vede la Tuscia solo come destinazione per le scampagnate – e le magnate, voto 8 – della domenica e dei giorni festivi. No, siamo provincia soprattutto nei fatti. Abbandonati al nostro destino, ai margini, molto ai margini, rispetto a dove succedono le cose, sempre più spesso usati e vessati.

Quella dei rifiuti è soltanto l’ultima pallottola di una raffica che questa settimana ci ha colpito. Primo: l’aumento dell’Irpef regionale, con l’aliquota massima per i redditi sopra a 35mila euro, con qualche ribasso strategico (cioè furbetto) qua e là. Vale per tutti gli abitanti della Regione, certo, romani compresi, ma il mal comune non può essere mezzo gaudio. Intanto perché la crisi ha colpito duro i territori periferici, e poi perché il Lazio – insieme a Piemonte e Liguria – ha alzato la tassa al massimo concesso dalla legge. Grazie numero uno.

Natasha Hovey e Carlo Verdone in Acqua e sapone

Natasha Hovey e Carlo Verdone in Acqua e sapone

Seconda faccenda, accaduta sempre negli ultimi giorni. L’intenzione di Atac (“Associazione teologica amici Cristo”, come disse Carlo Verdone nel memorabile Acqua e Sapone, voto 11) di chiudere la parte extraurbana della ferrovia Roma-Viterbo. La vecchia – molto vecchia -, cara, lentissima Roma nord, insomma. Chiuderla, e sostituirla con bus. Bene, cioè male. Perché come ha fatto notare il sindaco di Civita Castellana Gianluca Angelelli (voto 7, nello specifico), il trasporto su gomma andrà a intasare ancora di più le strade della provincia, a partire dalla disastrata Flaminia. Con tutte le appendici del caso: inquinamento, incidenti stradali eccetera. Il tutto in un quadro, quello dei collegamenti con la capitale, che era già critico, vedi il mancato raddoppio della ferrovia normale e quello della Cassia (fantascienza pura, non l’aveva immaginata neanche Philip K. Dick voto 1). Grazie numero due.

Il capolinea della Roma-Viterbo a viale Trieste

Il capolinea della Roma-Viterbo a viale Trieste

Ora la terza storia dei rifiuti. Dice che sarà una misura temporanea, e che riguarderà modiche quantità di mondezza. C’è da augurarselo. Ma va anche ricordato che in Italia lo stato di emergenza diventa spesso, silenziosamente, normalità. E Viterbo, se è per questo, già accoglie da anni i rifiuti di Rieti e provincia: anche allora si iniziò per “emergenza”, in attesa che i sabini realizzassero una loro discarica. Stiamo ancora aspettando, e quella roba puzza. E grazie numero tre.

Questa la tripletta che abbiamo incassato in appena una settimana, che si aggiunge alla collezione. Né si può sperare nella difesa della politica, alta bassa magra o grassa. I nostri rappresentanti ad ogni livello sono impegnati a giorni alterni o a farsi la guerra tra loro (vedi Palazzo dei priori, voto 9 aumentabile a 10 se riusciranno anche a fare l’imitazione di Tarzan) o ad autocelebrarsi in comunicati stampa che ricordano tanto le veline della Stefani (non quelle di Striscia la notizia, purtroppo, voto 9), ed è il caso dei consiglieri regionali. Per non parlare di deputati e senatori, così lontani da qui eppure così presenti in tutti i nostri cuori.

(A)morale della favola. Rassegnamoci a subire ancora, da domani in avanti. E il primo che dice ancora una volta che in provincia si vive bene, si metta in ginocchio sui ceci. Come Fantozzi, voto 10.

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