Non c’è nessun deputato viterbese tra i 38 del Partito democratico che non hanno votato la nuova legge elettorale – il cosiddetto Italicum – nelle prime votazioni in corso alla Camera. Né Giuseppe Fioroni, né Alessandro Mazzoli, né Alessandra Terrosi, insomma.
Per Fioroni, il sì era dato per scontato. L’ex ministro, a capo della corrente degli ex popolari, infatti è da sempre considerato alleato di Matteo Renzi, che pure quando non era ancora segretario del Pd non aveva risparmiato bordate a Fioroni e agli altri, ritenuti esponenti della vecchia nomenclatura. Dopo la fulminante ascesa di Matteo, invece, ecco il riavvicinamento, anche per ragioni utilitaristiche (i voti degli ex popolari sono fondamentali anche all’interno del partito), confermato ieri in queste ore dai “sì” al voto di fiducia sull’Italicum.
A dire la verità era scontato anche l’appoggio di Mazzoli. Il quale, pur arrivato a Montecitorio in quota Bersani (se si vuole considerare la sua elezione nel collegio della Tuscia appoggiata da questa corrente, che qui può vantare anche il segretario provinciale, Egidi, nonché il senatore Sposetti e il consigliere regionale Panunzi), si è progressivamente avvicinato ai Giovani Turchi, l’area che ha in Matteo Orfini il suo riferimento nazionale. E i Giovani Turchi sono alleati strategici di Renzi.
Per certi versi più sorprendente, al contrario, il sì di Alessandra Terrosi. La deputata di Acquapendente – eletta in ticket con Mazzoli – sembrava essere rimasta nella minoranza del Pd. E invece ha votato a favore nelle prime tornate della discussione dell’Italicum. Insomma, è uno di quei cinquanta deputati che hanno preferito appoggiare la legge piuttosto che uscire dall’aula, come invece hanno fatto lo stesso Bersani, Cuperlo, Epifani e compagnia bella.
Verrebbe da dire che anche a Viterbo la minoranza del Pd è divisa in tre, almeno nella sua espressione parlamentare, con Sposetti al Senato contrario a Renzi e, alla Camera, Mazzoli coi Giovani Turchi alleato del premier e la Terrosi nella minoranza ma dissidente dalla linea. Un bel rebus.
L’altro esponente viterbese alla Camera, il Cinque Stelle Massimiliano Bernini, ha invece votato un no deciso all’Italicum, come tutti i colleghi pentastellati.