Assessore Giacomo Barelli, qual è il problema dell’amministrazione Michelini?
“La comunicazione”.
In che senso?
“Nel senso che non siamo stati bravi a spiegare le cose, la situazione generale e quella particolare. A leggere i giornali, o meglio ad ascoltare quello che dice la minoranza, sembriamo in balìa degli eventi. Non è così”.
Ci provi lei, adesso, a spiegare.
“Intanto bisogna tornare a due anni fa. A come era ridotta la città. Chi se lo ricorda? L’arsenico, Esattorie, i rifiuti, una serie di cose non fatte o fatte male. Abbiamo trovato un quadro problematico, per di più in uno dei periodi peggiori che ha vissuto l’Italia come repubblica”.
Avreste dovuto dirlo prima.
“Ma sono stati i viterbesi stessi a dirlo, bocciando clamorosamente alle urne, in modo democratico, chi c’era prima di noi. Quegli stessi ex amministratori che oggi vorrebbero insegnarci a governare. Ma dai…”
I problemi restano.
“No, qualcuno lo abbiamo risolto, e di quelli pesanti. Penso all’arsenico: Marini ci faceva bere quell’acqua, insieme alla Regione che allora era del suo stesso colore politico. Oggi l’acqua è pulita, una bella differenza”.
I rifiuti?
“Rifiuti, tributi, illuminazione: ci siamo trovati ad affrontare temi importanti, e già incardinati in modo sbagliato, come stanno dimostrando i fatti. Magari abbiamo pagato un po’ di inesperienza, certo, ma non possiamo avere colpe noi di quello che era stato fatto, male, prima. E mettere a posto ciò che non andava ci è costato del tempo importante che avremmo potuto dedicare a fare”.
Eppure la minoranza non molla, sta pure raccogliendo le firme.
“Dice i gazebo? Come pensano di riempirli, se i viterbesi sono gli stessi che, due anni fa, non li votarono?”
La mondezza è un tema caldo, e non solo a livello giudiziario.
“Chi ha fatto quell’appalto? La risposta è tutta qui. Se poi qualcuno ha interesse a buttarla in caciara politicamente, io dico che a noi interessa lavorare”.
C’è anche il problema di una maggioranza stile Vietnam.
“Parlo per Viva Viterbo, che è al fianco dei cittadini, e con la politica ha poco a che fare e che continuerà a dire le cose come stanno”.
Ma voi, in concreto, cosa avete fatto?
“Su certi temi in passi avanti sono innegabili. La cultura, la promozione della città a livello nazionale e internazionale. Abbiamo trovato una comunità con museo, teatro, Schenardi e chiusi: hanno riaperto tutti, presto anche il cinema Genio. Questa è un’altra differenza con chi ci ha preceduto”.
Quindi?
“Quindi se oggi Viterbo si colloca all’attenzione dell’Italia è alla luce del nostro lavoro, della nostra idea di città. Sono cose che pagheranno anche nel futuro, a lunga gittata”.
D’accordo, vi sarete pure proiettati sullo scenario nazionale, ma non siete riusciti a parlare ai vostri cittadini.
“E’ vero. Perché? Perché forse eravamo troppo impegnati a lavorare”.
Non ci crede nessuno.
“Allora vediamola come una questione di stile. Ma è stato un errore strategico a cui vogliamo porre rimedio. Da subito”.
Prima che sia troppo tardi.