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Farnese ricorda l’eccidio del 1944

Alla cerimonia Mazzoli, Terrosi e l'ambasciatrice del Sud Africa

Il sindaco di Farnese Massimo Biagini, l'onorevole Alessandra Terrosi e il parlamentare Pd Alessandro Mazzoli

Il sindaco di Farnese Massimo Biagini, l’onorevole Alessandra Terrosi e il parlamentare Pd Alessandro Mazzoli

“Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo dimenticare la Resistenza popolare né il sacrificio delle migliaia di giovani che vennero in Italia a liberarci dalla dittatura. L’eccidio di Farnese, avvenuto il 6 giugno del 1944 in cui morirono un cittadino del posto e due soldati sudafricani, ci ricorda il valore delle libertà di cui oggi godiamo”. Lo afferma Alessandro Mazzoli, deputato del Partito democratico, partecipando alla commemorazione del massacro avvenuto 71 anni fa, insieme al sindaco Massimo Biagini, alla collega Alessandra Terrosi e all’ambasciatrice del Sud Africa in Italia Nomatemba Tambo.

“Tra l’8 settembre del 1943 e il 25 aprile del 1945 in Italia – ricorda Mazzoli – si combatte una guerra totale. Le popolazioni civili diventano il bersaglio strategico di una delle più spietate forme di guerra terroristica che la storia ricordi. La lotta partigiana è innanzitutto una guerra di liberazione contro la criminale violenza nazista che usa la politica del terrore, ma è anche una scelta di libertà”.

“Gli italiani, non senza sofferenza, presero le armi – continua il deputato – per far rinascere quelle istituzioni democratiche in cui tutti oggi ci riconosciamo. Non possiamo, non dobbiamo, non vogliamo dimenticare la Resistenza popolare che si manifestò spontanea e chiamò a raccolta tutte le forze antifasciste e autenticamente democratiche. Né possiamo scordarci del contributo delle forze alleate, del sacrificio dei tanti ragazzi venuti qui, da tanti e diversi Paesi del mondo, lontanissimi dalle loro case e dai loro affetti, per aiutare l’Italia e l’Europa a ritrovare la dignità di Paesi liberi. Non avremo mai abbastanza parole per ringraziali. La presenza dell’ambasciata del Sud Africa a Farnese testimonia la riconoscenza della nostra terra verso quei sacrifici”.

“La lotta di liberazione che si è combattuta qui è stata in stretto rapporto con i movimenti resistenziali presenti in Toscana. La forza degli ideali di libertà, pace e democrazia si è unita a un amore sconfinato per la terra. Questa celebrazione – conclude – conferma la civiltà di questa comunità”.

 

 

 

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