01052024Headline:

Gli spazi inutilizzati diamoli alla cultura

Un chilometro quadrato di città è morto, facciamone un buon uso

Una veduta del centro storico

Una veduta del centro storico

Oltre 2 chilometri quadrati di beni pubblici, pari alla superficie di un piccolo comune. Di questi, più di un milione sono inutilizzati. È questo il risultato di un’indagine che abbiamo condotto, insieme all’Arci e a Think Tuscia, sul patrimonio pubblico di Comune, Provincia e Regione ricadente sul territorio del comune di Viterbo. Un patrimonio fondamentale che – in parte – potrebbe essere trasformato in una ‘”Città diffusa della Cultura” con spazi a disposizione per le associazioni e nuovi servizi per i cittadini. Ne abbiamo parlato all’incontro “I Luoghi della cultura. Per un riutilizzo delle proprietà pubbliche a Viterbo. Al servizio del territorio” svoltosi al Biancovolta Spazio Arci di Viterbo.

Assieme a al sottoscritto, sono intervenuti Marco Trulli (Arci Viterbo), Manuel Anselmi (Università di Perugia), Daniele Camilli (giornalista) e Stefano De Angeli (Università della Tuscia). Ha moderato l’incontro Roberta de Vito (giornalista). Presenti all’iniziativa anche gli assessori del Comune di Viterbo, Antonio Delli Iaconi e Giacomo Barelli.

Una mappatura, realizzata dal giornalista Daniele Camilli, che evidenzia come sul territorio del comune di Viterbo siano presenti 484 beni di proprietà pubblica di cui 321 utilizzati e 143 non in uso. Di 20 non si conosce invece la destinazione. Il tutto per un valore catastale di circa 110 milioni di euro e una rendita catastale di 522 milioni.

L’obiettivo dell’iniziativa è stato quello di elaborare una mappatura degli edifici presenti sul territorio della città di Viterbo. Beni che, in parte, possono essere messi a disposizione delle associazioni culturali con il fine di creare una rete di spazi condivisi, puntando ad una Città diffusa della cultura su tutto il territorio comunale.

Una Città capace di utilizzare gli spazi disponibili affidandoli direttamente alle realtà associative per sviluppare anche processi aggregativi che possano mettere a disposizione dei cittadini nuovi servizi in grado di creare nuovo reddito e nuova occupazione, rispondendo infine alle esigenze e alle richieste dei turisti che visitano Viterbo.

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