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Santa Barbara Michelini: “Le firme? Pagliacciata”

L'affondo del sindaco contro il centrodestra nel primo incontro nei quartieri

Un intervento del pubblico: a parlare è Roberto Talotta, ex consigliere comunale e membro di FondAzione

Un intervento del pubblico: a parlare è Roberto Talotta, ex consigliere comunale e membro di FondAzione

Uno arriva e dice: “Ammazza quanta gente c’è”. E invece no, invece queste mamme deliziose e queste famiglie felici del quartiere Santa Barbara non sono qui per ascoltare il sindaco Michelini nella prima tappa del suo tour per i rioni di Viterbo. No, tutte queste persone sono qui per aspettare i rispettivi pargoli all’uscita dal Grest della parrocchia, un appuntamento che evidentemente riscuote parecchio successo. E quando i ragazzi in magliettina arancione attraversano la palestra per andarsene a casa – scusandosi, con impeccabile educazione, con lo stesso sindaco per il rumore – la parrocchia si svuota. A parte una cinquantina di coraggiosi, che era venuta proprio per ascoltare e che conferma un paio d’impressioni.

Primo. Ai viterbesi di periferia o del centro della politica importa poco o nulla, almeno di questa politica offerta oggi dalla città. Secondo: le tremila firme “per mandare a casa il sindaco”, che una parte dell’opposizione si vanta di aver raccolto nella sola giornata (per giunta piovosa) di sabato sono un dato leggerissimamente pompato. Perché altrimenti qui ci sarebbe una folla di cittadini incazzati, a gridare “Leonardo vattene a casa”, a incalzare il sindaco e la di lui vice, a fare casino. Invece la platea è quella che è, il dibattito civile, i toni persino un po’ troppo buonisti.

La sala della parrocchia di Santa Barbara

La sala della parrocchia di Santa Barbara

Così Michelini in versione compagnuccio della parrocchietta ha buon gioco, può parlare in modo chiaro, senza interruzioni, e può spiegare la versione del Comune che governa su parecchi aspetti. A partire dai rifiuti. Ma prima il sindaco si concede una deroga al suo proverbiale stile, e ritorna sulla raccolta di firme dell’opposizione: “Le sottoscrizioni vanno bene per tutto – scandisce – Per mandarmi a casa o per difendere il vostro parco. Ma fatta così è solo una pagliacciata: se la cantano e se la suonano, sono poco credibili. Dicono che hanno aderito in tremila? Quando ho fatto, e ho vinto, le primarie votarono in 3500 soltanto a Viterbo città, frazioni escluse. E ai gazebo in piazza del Teatro c’era una fila continua, e lunghissima. Tutta queste fila ai banchi del centrodestra io sabato non l’ho vista”. Applausi dalla sala, dove c’era mezza giunta e buona parte dei consiglieri di maggioranza. E se non siamo ai livelli di Ignazio Marino (“La destra torni nelle fogne”) poco ci manca, specie rispetto all’abituale aplomb leonardesco.

La platea

La platea

Michelini insiste sui rifiuti. Ricostruisce la faccenda, premette che non vuole interferire con le indagini né vuole mancare di rispetto agli indagati (tra cui un paio di suoi dirigenti). Ricorda che l’appalto fu fatto dalla precedente amministrazione: “Quando sono arrivato il contratto era già definito”. Sottolinea come nel capitolato contasse (per il 70 per cento) la qualità del progetto rispetto all’offerta economica: “E infatti su un appalto di 50 milioni per cinque anni il ribasso è stato solo dello 0.2 per cento, centomila euro l’anno. Ci siamo accorti subito che c’erano delle carenze contrattuali, a partire dal bacino d’utenza. Ma quando si firmano i contratti vanno rispettati, a condizione però che le modifiche vengano rispettate. Per questo faremo analizzare il tutto da consulenti esterni. Perché siamo parte lesa, e se i cittadini avranno pagato per servizi non effettuati faremo tutte le mosse affinché quei soldi tornino nelle casse del Comune”. Qualcuno gli chiede: ma non dovevate controllare voi? Michelini dice di no: “C’erano le sanzioni. Chi aveva il compito di sorvegliare, se non dovesse averlo fatto a dovere, ne risponderà personalmente. La trasparenza e l’onestà prima di tutto”.

L'assessore Alvaro Ricci e il consigliere Pd Scorsi

L’assessore Alvaro Ricci e il consigliere Pd Scorsi

Luisa Ciambella riannoda i fili del caso Esattorie, scoppiato all’indomani (letteralmente) dell’insediamento dell’amministrazione di centrosinistra. La madre di tutti gli scandali attuali, e forse di quelli futuri, ma alla fine Palazzo dei priori ha riportato a casa buona parte dei quattrini perduti. Al netto dei tecnicismi, il messaggio è sempre lo stesso: quando abbiamo capito siamo intervenuti con rigore, e con efficacia, e così faremo sempre. Anche la Merkel viterbese ha la sua dose di applausi, che le serviranno come incoraggiamento per le prossime, titaniche, sfide del bilancio.

Intervengono i cittadini. Sottolineano le cose che non funzionano nel quartiere. Michelini le spulcia una ad una: “Stiamo costruendo una scuola elementare – dice – E’ stata voluta da chi c’era prima, costa un sacco, tre milioni di euro, e secondo me è troppo, ma la porteremo a termine. L’asilo nido è quasi pronto. C’è la palestra al Parco delle querce, anch’essa ereditata: la daremo in gestione, perché la legge prevede così, ma credo che debba essere vista non come un mostro, ma come una possibilità di sviluppo per i cittadini, le associazioni sportive, il tessuto sociale di questo quartiere che è il più grande di Viterbo. La viabilità cervellotica della zona è un altro problema a cui metteremo mano, a partire dalla segnaletica. Questo incontro è un punto di partenza, ne faremo altri sempre qui”.

Intanto domani, mercoledì, si va alla Mazzetta per la seconda tappa del tour. Rotto il ghiaccio, e constatato che di nemici assetati di sangue non c’è traccia, Michelini può proseguire nella sua campagna d’estate. Tranquillissimo. Se avrà problemi non arriveranno certamente dai suoi civilissimi concittadini. Viterbesi, brava gente.

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