L’hanno chiamata Concerto perché si tratta di un’esibizione corale, in cui tutti gli strumenti contribuiscono con il loro suono per produrre una musica unica. Stavolta però non si parla di note, accordi e pentagrammi: no, qui si parla di olio, quello buono e pluripremiato che costituisce un’eccellenza inimitabile di questa terra. Già, la neonata rete di impresa che mette insieme cinque aziende olearie della Tuscia si chiama proprio così: Concerto. Ci hanno lavorato per mesi, un’azienda di quelle inizialmente interpellate s’è persa per strada, ma alla fine ce l’hanno fatta. Ed ora eccole qui pronte a scendere in campo con tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio decisamente più ampio rispetto a quello abitualmente occupato. Uno spazio che guarda con un pizzico di legittima ambizione ai mercati internazionali, Usa e Cina in primis. Ieri mattina anteprima in Camera di commercio, il prossimo 26 giugno in piazza del Sacrario presentazione ufficiale nell’ambito dello Slow Food Village, iniziativa di contorno a Caffeina, quando si conoscerà il nome dell’olio, l’etichetta e il packaging.
Si parte dai contenuti, cioè dall’oro verde che sarà prodotto da Concerto (coordinamento tecnico di Barbara Bartolacci, supporto dell’ente camerale da parte di Daniela Camera), al quale contribuiranno sia la dop Tuscia che la dop Canino. Si cerca il giusto mix, la miscelazione perfetta che consenta di fare bingo non solo alle fiere nazionali e internazionali, ma soprattutto nella vendita. Perché l’obiettivo fondamentale di una rete di impresa è proprio la commercializzazione. Particolare attenzione all’etichetta e al confezionamento perché, come si suol dire, anche l’occhio vuole la sua parte. E i protagonisti? Nel salone delle assemblee della Camera di commercio ci sono tutti i rappresentanti delle 5 imprese coinvolte: Azienda agricola Cerrosughero di Laura De Parri (Canino), Frantoio Antica Tuscia di Andrea Battaglini (Bolsena), Società agricola Colli Etruschi (Blera), Azienda agricola Alessandra Boselli (Bassano in Teverina), Azienda agricola Gisella ed Elena Ascenzi (Viterbo).
La storia è cominciata mesi fa e non è stato affatto facile arrivare ad un risultato importante: ognuno ci ha messo qualcosa, rinunciando anche ad un pizzico di sovranità. “Il fine delle reti di impresa – chiosa il presidente Domenico Merlani – è proprio quello di unie le forze. Perché piccolo è sicuramente bello, ma se si vuole crescere bisogna fare sinergia”. Complessivamente le 5 aziende coinvolte coltivano circa 900 ettari di terreno: non è poco. L’obiettivo è di produrre 3 tipologie di olio: di altissima qualità (destinato ai concorsi e presentato nel vernissage del 26 giugno), biologico e di alta qualità (destinato al mercato interno e internazionale).
“Le reti d’impresa – interviene Daniela Camera – sono 2mila in Italia con 10mila aziende coinvolte (815 nel Lazio): Si tratta di uno strumento innovativo che ha stentato ad affermarsi nella Tuscia, ma la situazione sta cambiando rapidamente. Tre contratti iscritti nel 2013, 5 nel 2014 e già 4 nei primi 3 mesi di quest’anno. I settori di intervento? Turismo, commercio, agricoltura, manifatturiero, servizi, sanità”.
“Le 5 aziende che hanno dato vita a Concerto – conclude Barbara Bartolacci – continueranno anche ad operare autonomamente, ma metteranno a disposizione competenze, professionalità e passione per ‘costruire’ un olio di assoluta qualità e per superare gli inevitabili limiti di una piccola azienda”.