03052024Headline:

Politica e impresa: due mondi che non comunicano

Riflessioni e considerazioni di varia umanità sorseggiando il caffè della domenica

savino nicolaSe c’è un metro di valutazione che può dare la misura della distanza esistente tra la politica (rigorosamente con la minuscola) e i cittadini, bisogna soffermarsi sugli avvenimenti più recenti. Quelli dell’ultima settimana, tanto per intendersi.

Breve riassunto delle puntate precedenti. L’ex ministro Passera arriva a Viterbo per il tour di consacrazione del suo movimento e parla di rilancio di questa terra. Cose vecchie, fritte e rifritte, ma tant’è. Dimentica, questo signore, un piccolo, insignificante particolare: come responsabile dei trasporti dell’allora governo Monti, era stato lui in persona a firmare il decreto con il quale si metteva fine definitivamente alla possibilità di far nascere l’aeroporto a Viterbo. Magari, il suo solerte ufficio stampa e comunicazione avrebbe potuto ricordarglielo e lui, durante il suo intervento, dire qualcosa in merito. Nada, se non le solite cose: centro storico, agricoltura, prodotti tipici, terme… Nulla di nuovo sotto il sole. Acqua calda? Magari: acqua e basta.

Il giorno dopo, ci ha pensato il centrodestra a tentare di smuovere la situazione viterbese con un’iniziativa sulla cui utilità concreta e opportunità ci sarebbe da scrivere un trattato. Allora, da ieri si raccolgono firme per costringere il sindaco Michelini a dimettersi. Sui toni e sulle forme, ci sarebbe pure da discutere, ma non è questo il punto. Il nocciolo della questione sta da tutt’altra parte: se è vero, come dice Giulio Marini, che le amministrazioni parlano con gli atti, è altrettanto vero che anche l’opposizione parla con gli atti. Quelli ufficiali, quelli pubblici in Consiglio comunale. Il resto è scenografia che non ha alcuna concreta influenza. Ammesso che il centrodestra riesca a raccogliere le firme di tutti i sessantamila e passa cittadini viterbesi, che cosa potrà accadere? Nulla, perché il sindaco si sfiducia in sala d’Ercole e non in piazza Crispi. L’opposizione seria si fa nelle commissioni e a Palazzo dei Priori: e soprattutto ci si prepara per le future elezioni. Ma davvero se domani si dovesse tornare a votare per il governo cittadino, il centrodestra sarebbe onestamente in grado di superare divisioni nuove e antiche e di presentare un programma credibile e un candidato condiviso? O il rischio è che arrivi all’eventuale appuntamento elettorale con le solite e conclamate spaccature e senza essere in grado di proporsi come forza di maggioranza? Interrogativi che meriterebbero una risposta da parte di chi ha scelto una populistica, inutile e coreografica manifestazione stradale… E non è che sulla sponda centrosinistra le cose vadano granché meglio, come testimoniato dalle contorsioni e dai contorcimenti che hanno caratterizzato la lunga verifica e la nascita della giunta. Sempre ammesso che le cose filino lisce al momento di eleggere il novo presidente del Consiglio comunale.

A fronte di tutto questo, l’altra sera il comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio ha chiuso con una festa l’anno di attività. Centinaia di donne imprenditrici che hanno proseguito la tradizione di famiglia o che il lavoro se lo sono addirittura inventato, che producono, che creano occupazione. Molto probabilmente nessuna di loro ha tessere di partito, anche se tutte evidentemente godono dei diritti civili e quindi votano.

Quanta distanza fra questi mondi: quello della politica politicante e quello dell’impresa. Una frattura palese e una incomunicabilità lampante. Su questo bisognerebbe interrogarsi e magari farci pure una raccolta di firme.

Buona domenica.

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