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Viterbese – Taranto, l’analisi tattica di Viterbopost

Decisiva la scelta di Cazzarò di affidarsi alla quarta punta quando era in svantaggio

L'ingresso in campo delle due squadre

L’ingresso in campo delle due squadre

Perde la Viterbese e maledice i rigori. La qualificazione alla semifinale dei play off sfuma per undici metri. A festeggiare è il Taranto che balla sotto la pioggia con i suoi tifosi. Dal punto di vista tattico la partita è stata scontata. Gregori e Cazzarò sono andati sul sicuro. Inutile sperimentare a questo punto della stagione quando contano tantissimo la testa e il fisico, oltre che le qualità tattiche.

Enzo Orlandi si disseta: ha sostituito sulla panchina gialloblu mister Gregori, squalificato

Enzo Orlandi si disseta: ha sostituito sulla panchina gialloblu mister Gregori, squalificato

Il tecnico gialloblu (squalificato e sostituito in tribuna dal fedelissimo secondo Enzo Orlandi) ha optato per il collaudato 4-3-3: l’unica variazione, l’utilizzo di Pero Nullo che è stata la spina nel fianco nella difesa rossoblu. Quando attaccava il folletto riusciva a tener basso l’estreno tarantino Cicerelli che – di rado – ha tentato la sortita offensiva. Il gioco gialloblu si è spesso imperniato sulle geometrie di Giannone che con la solita bravura riusciva a trovare proprio Pero Nullo. Una giocata facile ma che ha tenuto in ansia il Taranto. Il gol del vantaggio di Giannone è arrivato dalla cosiddetta ‘seconda palla’: sull’ennesimo cross di Pero Nullo, la difesa rossoblu respinge corto e il centrocampista gialloblu è bravo ad arrivare per primo sulla palla, coordinarsi e scoccare un garn tiro che si infila all’angolino. La pecca è stata quella di non affondare il colpo soprattutto nella ripresa quando i rossoblu hanno inevitabilmente lasciato spazi alla ricerca del pareggio.

Il rigore di Nicholas Ibojo, ex di turno

Il rigore di Nicholas Ibojo, ex di turno

Dall’altra parte Cazzarò ha modellato il Taranto secondo i dettami del 3-4-3: anche per il giovane tecnico ionico pochissimi spunti tattici. La sua squadra ha ormai imparato a memoria lo spartito e viaggia a vele spiegate dopo la grande rimonta in campionato e le partite esaltanti durante questi play off. Il gioco rossoblu è fatto di fraseggi e per poi verticalizzare: Ciarcà e Vaccaro hanno mosso le pedine, Mignogna ha provato a creare superiorità numerica sulla destra (partiva sulla fascia a piede invertito) ma ci è riuscito di rado. E allora è diventata costante la ricerca di Genchi che da punta centrale, spesso si allargava a destra o a sinistra per puntare l’uomo e favorire gli inserimenti dei centrocampisti. Nella ripresa la necessità di agguantare il pareggio ha spinto Cazzarò ha inserire la quarta punta (Giglio) e optare per un ardito 4-2-4 con i soli Colantoni (entrato al posto di Prosperi) e Ciarcià a fare legna. La rete del pareggio di Pambianchi ha certificato la scelta offensiva del tecnico rossoblu. Poi la lotteria dei rigori tirati sotto la Nord. Il Taranto è più preciso, nella Viterbese sbagliano Dalmazzi e Neglia per la disperazione del numeroso e caloroso popolo del Rocchi.

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