04052024Headline:

Qui stadio: per lavorare si paga il biglietto

Il cervellotico (e ingiusto) regolamento per gli accrediti in tribuna stampa

Lo stadio Enrico Rocchi

Lo stadio Enrico Rocchi

Abbiamo ricevuto dalla società calcistica Viterbese la seguente nota:
“Si comunica che per la partita Viterbese-Ancona presso lo stadio Enrico Rocchi di Viterbo del 02/08/2015, per accredito stampa sarà osservata la seguente procedura, si precisa che l’accredito stampa è riservato esclusivamente  testate ed emittenti regolarmente registrate presso il tribunale di competenza.

L’accredito dovrà  essere inviato entro e non oltre le ore 19 del 30-07-2015, alla mail al numero di fax della società corredata dalla seguente documentazione:
registrazione della Testata od emittente presso il tribunale di competenza; richiesta di accredito su carta intestata e firmata dal direttore o caporedattore della testata o dell’emittente; copia del tesserino dell’ordine professionale; copia documento di riconoscimento in corso di validità’.

Operatori che è possibile accreditare: Stampa: un giornalista ed un fotografo. Emittenti televisive: un giornalista e due tecnici ripresa. Radio: un giornalista.

Le richieste prive di documentazione come sopra descritto non verranno prese in considerazione. Verrà confermato l’accredito entro le ore 12.00 del 1/08/2015, qualora non si riceva conferma l’accredito è da considerarsi rifiutato”.

Fine. E già che non abbiano richiesto le impronte digitali, il certificato di battesimo, o il test del Dna ci sembra un atto di clemenza. Insomma, per andare a lavorare al Rocchi quest’anno serviranno una serie di documenti (chiamiamole scartoffie) da far impallidire qualsiasi burocrate. E quelle testate che non sono registrate al tribunale (come Viterbopost, ma non solo Viterbopost) non potranno usufruire dell’accredito per accedere in tribuna stampa. Pare che le seguenti regole siano state “ispirate” da altri regolamenti di squadre di serie A, e sappiamo anche chi ha avuto la pensata.  Di certo, per esperienza professionale e personale, è più facile entrare nella tribuna stampa dell’Olimpico che in quella del Rocchi, ormai. E comunque, in una città di provincia bisognerebbe – bisognerebbe – usare un po’ di buonsenso, anche per venire incontro a quei colleghi che fanno giornalismo per passione e che pure meriterebbero lo stesso rispetto degli altri.

Ce ne faremo una ragione: pagheremo il biglietto come tutti – ben felici di incrementare l’incasso della società – e faremo il nostro dovere di cronisti. Fermo restando che la società può fare quello che vuole, certo, nonostante lo stadio sia comunale: può distribuire biglietti gratis di qua e di là, certo, e poi tagliare la lista degli accrediti stampa. E allo stesso tempo si ha il diritto di criticare le decisioni del club. Anche se pagare per lavorare non è proprio il massimo della vita, né è contemplato in nessun altro luogo oggetto di attività giornalistica (ve lo immaginate il cronista parlamentare costretto a pagare per accedere a Montecitorio? E il critico teatrale che deve pagare per andare alla Scala?).

La tribuna dello stadio Enrico Rocchi

La tribuna dello stadio Enrico Rocchi

Quello della registrazione in tribunale è un pretesto bello e buono per impedire ad alcuni cronisti di entrare allo stadio ed esercitare nelle migliori condizioni possibili il loro lavoro, e il diritto di cronaca. La registrazione in tribunale, infatti, non è richiesta dalla legge per esempio per le testate on line, i blog (come è Viterbopost) e i siti in generale. Esiste la registrazione al Roc (Registro degli operatori della comunicazione), che è paritetica. Né l’assenza della registrazione al tribunale, del resto, impedisce qualsiasi altra attività: puoi entrare dappertutto, puoi intervistare chiunque, puoi ricevere delle querele per diffamazione, ma non puoi entrare allo stadio Rocchi. No signore.

E lo stesso ostracismo, a questo punto, vale per i tanti colleghi che svolgono l’attività di free lance, cioè non lavorano per una singola testata ma per molte, spesso sparse in giro per l’Italia. Sembra abbastanza difficile convincere il direttore del giornale di Monza, per dire, ad inviare una richiesta d’accredito firmata e controfirmata, con tanto di registrazione della testata al tribunale brianzolo, per consentire al suo collaboratore di Viterbo di entrare allo stadio…

Detto questo, Viterbopost garantirà comunque per tutta la stagione la copertura delle vicende gialloblu, dentro e fuori al campo. Sempre con la stessa professionalità e con la stessa libertà, senza preclusioni né condizionamenti nonostante questa storia degli accrediti. La novità è che pagheremo il biglietto (“Ah, finalmente anche i giornalisti pagheranno”, esulterà l’uomo della strada). Quindici euro per la tribuna possiamo ancora permetterceli, magari 30, a gode, per quella centrale e comunque – sia chiaro per i populisti e i superficiali – questa non è una questione di soldi ma di principio. Vorrà dire che rinunceremo a qualche birretta di troppo, e a qualche ingresso al night (anche lì gli accrediti non li accettano mica…)

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