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Tuscia film fest, ok l’asse Viterbo-Berlino

La dodicesima edizione si chiude con 500 paganti a serata e un bilancio soddisfacente

Sempre gran pienone all'arena in piazza San Lorenzo

Sempre gran pienone all’arena in piazza San Lorenzo

Chi ben comincia è a metà dell’opera, si dice. Ma qui non siamo all’opera. Siamo al cinema. E quindi pure un pessimo avvio si può concludere in un modo strepitoso.
È andata, la dodicesima stagione del Tuscia film fest. E se qualcuno non sapesse di cosa si sta parlando, che vada a documentarsi o che smetta di abusare di certe sostanze.
Proseguendo, e tralasciando un debutto nel quale la pellicola non ha girato (maledetti guasti tecnici) si può quindi tirar giù un primissimo bilancio. Uno di quelli reali. Che poco piacciono alla Viterbo dei promotori. “Devo ancora consegnare i borderò alla Siae – confessa il patron Mauro Morucci – ma siamo sulle cinquecento persone di media ad appuntamento. Sia chiaro, sto parlando dei paganti. Non mi metto a contare né quelli del pre-festival, né chi ha varcato il centro per un caffè. Siamo soddisfattissimi, sotto tutti i punti di vista”.

Mauro Morucci, direttore dell'Italia film festival e del Tuscia film fest

Mauro Morucci, direttore dell’Italia film festival e del Tuscia film fest

Il primo dei quali, chiaramente, verte sulla copiosa affluenza. Per nulla scontata. Nove serate di cinema consecutive, seppur supportate da ospitate importanti , non è detto da nessuna parte che debbano fare il botto. “Ed infatti – prosegue – siamo più felici per le date delicate che per quelle, mi si passi il termine, scontate. Che Leo e Siani riempissero lo sapevamo. Ma che ‘Fino a qui tutto bene’ contasse cinquecento biglietti scarsi è stata una sorpresa. Stiamo parlando di una pellicola ‘invisibile’, seppur ottima. E di due attori, venuti a parlarne, non proprio famosissimi. Discorso simile per ‘Anime nere'”.
Da ciò cosa si evince? Non può essere semplicemente che fa troppo caldo per rimanere in casa. “Diciamo che siamo riusciti a renderci credibili – ancora Morucci – E su due versanti. Anche se proiettiamo cose ‘minori’ la gente comunque passa. E questo è sinonimo di affezione. E, d’altro canto, pure gli attori che chiamiamo per i dibattiti difficilmente dicono di no. Qui però gioca un ruolo determinante anche Berlino”.
Ed eccoci, nella Germania laboriosa. Dove la truppa del Tff si sposterà dal 2 al 4 ottobre. “Di nuovo al cinema Babylon – spiega – ma in modalità allargata. Nove film in tre sere. Almeno sei ospiti. E in più ci siamo presi la sala piccola per gli incontri e un’area per un allestimento sui maggiori attori laziali: Mastroianni, De Sica, Sordi e la Lollo”.

Promuovere Viterbo, invece? “Certamente sì – aggiunge – attraverso dei pannelli fissi, coi più grandi film girati nella Tuscia. Andremo in Germania a rappresentare l’Italia, a dirla tutta, ma non ci siamo voluti dimenticare della nostra zona”.
Ultima valutazione, di natura strettamente economica. Quanto si paga per uno spettacolo? “Qua 4 euro – chiude Morucci – a Berlino 8. Riteniamo fondamentale che ci sia un biglietto, anche se economico. Uno, serve per recuperare le spese. Due, pone dinanzi ad una scelta. Se paghi poi non te ne vai a metà. Tre, dà valore alla pellicola. Al lavoro che c’è dietro. E se si sbiglietta bene, si può far capire che l’Italia ha ancora molte cose buone da esportare”.

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