03052024Headline:

L’Afghanistan e un viterbese coraggioso

Il tenente Davide Secondi al comando della pattuglia in servizio di ricognizione

Il tenente Davide Secondi

Il tenente Davide Secondi

Afghanistan, 26 ottobre 2012, strada 515 (che collega Farah a Bakwa). “La Barbie, la famigerata statale 515” la definisce Fausto Biloslavo, il giornalista che più da vicino ha seguito le vicende delle truppe italiane impegnate all’estero: una volta si chiamavano “inviati di guerra”, una razza di reporter che vivono le cose da vicino, ma ormai in via di estinzione. Sul blindato Cougar, in servizio di ricognizione per scovare i terribili Ied, le bombe – trappola disseminate qua e là dai talebani per far saltare in aria i mezzi militari, c’è una pattuglia guidata dal tenente Davide Secondi: viterbese, oggi 28 anni (è nato il 28 dicembre 1987), è uno dei tre guastatori alpini del 32° Genio di Torino. “L’esplosione è improvvisa, quando meno te l’aspetti, lungo una pista arida, assolata e deserta, che si infila fra le montagne – scrive Biloslavo nel suo splendido reportage pubblicato da Il Giornale -. Non hai neppure il tempo di capire se sei vivo o morto, che la polvere invade il super blindato Cougar fatto apposta per resistere alle trappole esplosive. È come se la mano del Dio talebano afferrasse il bestione da 14 tonnellate in movimento fermandolo come una macchinina giocattolo. ‘Siamo saltati, siamo saltati’ urla alla radio il tenente Davide Secondi, che conduce la missione per stanare gli Ied, le famigerate trappole esplosive. E poi sbotta: ‘Porco demonio’. La pesante corazza del mezzo di fabbricazione Usa e le cinture da formula Uno, che ti ancorano ai sedili, ci hanno salvato la pelle, ma il brivido lungo la schiena lo senti lo stesso. I primi attimi sono di sorpresa e caos, più che panico. E l’adrenalina pompa a mille…”.

Il potente blindato americano resiste alla tremenda esplosione (che avviene davanti e non sotto il mezzo): tutti i soldati a bordo e lo stesso giornalista se la cavano senza danni fisici, per fortuna. Stavolta è andata bene, ma in altre circostanze non era andata così purtroppo. In quella terra martoriata eppure affascinante, sono decine i militari che hanno perso la vita o che sono tornati a casa mutilati e invalidi. Ma il lavoro non è ancora finito: di solito, nella zona in cui viene piazzato uno Ied, ce ne sono altri. Il tenente Secondi coordina l’azione: bisogna scovare gli altri temibili ordigni esplosivi. Di lì a poco deve passare il grosso della colonna italiana diretta a Kormaleq, “un villaggio di 200 famiglie, dove i talebani la facevano da padroni e hanno decapitato il capo degli anziani” spiega ancora Biloslavo che conclude così il suo pezzo per il Giornale: “I guastatori individuano una seconda trappola esplosiva a cinquanta metri da noi. Qualche ora dopo la fanno brillare. L’esplosione scuote l’aria e alza una colonna di fumo di una quindicina di metri simile al botto che ci ha fatto saltare. Il tenente Secondi, della compagnia Uragano, sopravvissuto all’Ied, smorza la tensione con una battuta: ‘Per un guastatore è il battesimo del fuoco, ma ci aggiungo la comunione e la cresima. Una volta per tutte basta’”.

Soldati Usa impegnati in Afghanistan

Soldati Usa impegnati in Afghanistan

Oggi, a quasi tre anni di distanza da quell’episodio, il ministero della Difesa ha conferito al tenente Davide Secondi la medaglia di bronzo al valore dell’Esercito. Il decreto è stato pubblicato qualche giorno fa sull’albo pretorio del Comune di Viterbo. Ecco la motivazione: “Comandante del plotone di ricognizione avanzata da combattimento del Genio, nel corso di un pattugliamento, veniva investito dall’esplosione di un ordigno che colpiva il mezzo sul quale viaggiava. Disposta la protezione dell’assetto, scongiurava il rischio di nuovi attacchi, coordinava gli assetti e individuava, bonificandolo, un ulteriore ordigno. Applicando innovative procedure tecnico – tattiche riusciva a rinvenire innumerevoli altri ordigni improvvisati, consentendo di mitigare la minaccia. Magnifica figura di ufficiale che, con il suo operato, ha dato lustro all’Esercito italiano nel difficile complesso teatro operativo afghano. Farah Afghanistan 26 ottobre 2012”.

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