03052024Headline:

Lega Pro, ultime speranze affidate al Coni

La Figc conferma la terza serie a 54: giovedì si discute il ricorso presentato dal Seregno

Franco Frattini, ex ministro e presidente del collegio di garanzia del Coni

Franco Frattini, ex ministro e presidente del collegio di garanzia del Coni

Il primo round va a vuoto. Almeno rispetto alle speranze della Viterbese (e non solo). “Per noi la Lega Pro è un campionato a 54 squadre, salvo decisioni che non competono alla Figc” tuona il presidente Tavecchio ribadendo la linea della fermezza per portare alla riduzione delle squadre dei tre tornei maggiori. “L’indirizzo strategico dato dalle Leghe – aggiunge – è ridurre i campionati professionistici. Se al primo segno di riduzione ci mettiamo a fare opposizioni come faremo a fare la riforma da 20 a 18 in serie A, da 22 a 20 in serie B, quando gli interessi della serie A sono mille volte superiori a quelli della Lega Pro?”. Appunto, presidente, ma perché non seguire le regole scritte della sua federazione? Insomma, la riunione all’Expo degli stati maggiori della Figc si risolve con nulla di fatto: viene sancita la riammissione del Monopoli al posto del rinunciatario Castiglione; in B risalgono Entella ed Ascoli a sostituire Catania e Teramo; in Lego Pro rientrano Messina e Pro Patria per Vigor Lamezia e Torres. Fine della trasmissione. Tanto che subito dopo viene diffusa la notizia che oggi, dopo le 14, sarà diffusa la composizione della serie D 2015 – 2016 che dovrebbe essere composta da nove gironi: 4 a 20 squadre e 5 a 18.

Previsioni rispettate, dunque: la Federcalcio resta coerente con la linea portata avanti sin dall’inizio dell’estate. Chi voleva giocare in terza serie (e i posti a disposizione c’erano) doveva assoggettarsi alla spropositata tassa di mezzo milione di euro da versare a fondo perduto. Chi lo ha fatto (Pordenone e Albinoleffe) è stato tranquillamente iscritto e, visto che non c’erano altre manifestazioni di interesse a quelle condizioni, abbassare il numero complessivo a 54 è stata una necessità e non una scelta arbitraria. Una posizione di rigidità estrema, figlia – va ricordato – del diktat del presidente della Lazio (oltre che patron della Salernitana) Lotito che da tempo va dichiarando che il calcio italiano non può permettersi così tante professionistiche. Il che è anche giusto in linea di principio, ma alla riduzione si arriva con regole chiare e senza scorciatoie non regolamentari. Il presidente dell’Assocalciatori, Damiano Tommasi, che ha partecipato al consiglio federale, è di tutt’altro avviso: “Per noi il format della Lega pro resta a 60 squadre”.

Claudio Lotito, presidente della Lazio

Claudio Lotito, presidente della Lazio

Archiviato obtorto collo il capitolo Figc, ogni attenzione si sposta su giovedì quando il collegio di garanzia del Coni (presieduto dall’ex ministro degli Esteri Franco Frattini) discuterà il ricorso presentato dal Seregno. La società lombarda aveva presentato domanda di ripescaggio  versando pure i 500mila euro previsti, ma non era stata ritenuta idonea per carenze nell’impianto sportivo. Al Seregno (patrocinato dall’avvocato Cesare Di Cintio che l’anno scorso vinse analogo ricorso sul format della serie B a 24 squadre presentato per conto del Novara: alla fine, come si sa, ne beneficiò il Vicenza) si sono accodati in tanti: Viterbese, Taranto, Sambenedettese, Fondi. E adesso pare che vogliano intervenire anche Forlì e San Marino. Una pletora di richieste tutte finalizzate verso  lo stesso obiettivo: ripristinare i tre gironi della Lega Pro con 20 squadre ciascuno. Una strada molto più concreta e percorribile con successo rispetto alla possibile resipiscenza di una Figc che in un anno di presidenza Tavecchio si è segnalata solo per gaffe (lo ricordate l’ormai famoso “Optì Pobà”?) e decisioni assurde. Piuttosto, il timore è che la sentenza sia di tipo “politico” perché in punta di diritto il ricorso di Di Cintio non fa una piega. Detto questo, va ribadito che qualora il Seregno ottenga giustizia, a termini di regolamento la Federcalcio deve riaprire i termini per le manifestazioni di interesse e valutare, in un breve volgere di tempo, il novero delle società meritevoli di ripescaggio. Con conseguente slittamento dell’inizio del campionato.

Occhi puntati quindi sul Coni e preghiere forti a Rosina nostra. Nel giorno in cui la statua della patrona attraversa le strade di Viterbo, un’intercessione della Santa sarebbe auspicabile e opportuna. E’ vero, lassù in Alto, hanno altro a cui pensare, ma anche dare un’occhiata dalle parti dell’Urcionio… Stavolta serve davvero.

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