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Bentornate Feste della castagna (che ora c’è)

In sei comuni per tutto ottobre si celebra una delle eccellenze della Tuscia

La presentazione dell'edizione 2015 delle Feste della castagna della Tuscia

La presentazione dell’edizione 2015 delle Feste della castagna della Tuscia

Ciao ciao cinipide. Non è ancora il momento degli addii, ma un salutino con tanto di sberleffo allegato, è già possibile mandarlo a quell’insetto maligno che tanti danni ha provocato alla castanicoltura viterbese. Ora, la battaglia a suon di rimedi biologici non è ancora vinta, ma finalmente è stata imboccata la strada giusta e quest’anno la produzione di castagne è tornata a crescere, dopo lunghi momenti che definire complicati è quasi un eufemismo. E allora è giusto alzare i calici e dare il bentornato alle Feste della castagna (che c’è) della Tuscia. Manifestazioni che non erano mancate neppure negli anni scorsi, anche quando di marroni in giro ce n’erano ben pochi.

Ottobre tutto intero è dedicato a celebrare una delle eccellenze della Tuscia, con qualche anteprima già in scena (a Soriano nel Cimino nello scorso fine settimana, a Canepina con la tradizionale cena di solidarietà per Viterbo con amore che apre la kermesse). Alle due municipalità già citate, si aggiungono Caprarola (10 e 11, 17 e 18 ottobre), Vallerano (i prossimi tre week end), Latera e San Martino al Cimino (17 e 18, 24 e 25) in modo da offrire un bouquet che arricchisce l’intero programma. Anche Canepina propone come date i prossimi week end, aggiungendoci anche il convegno del 18 con il professor Vannini che parlerà di mutamenti climatici e delle conseguenze sull’agricoltura; a Soriano appuntamenti fino a domenica.

Il manifesto dell'edizione 2015

Il manifesto dell’edizione 2015

Insomma, quest’anno ci sono motivi  più validi per festeggiare: “Ma non è stato affatto un errore – interviene Maurizio Palozzi, consigliere provinciale ed ex  sindaco di Canepina – perché la castagna è un prodotto tipico e di qualità delle nostre terre ed era giusto celebrarla anche nei momenti più difficili”. Come sia stato possibile infliggere colpi durissimi (ma non ancora mortali) al signor cinipide lo spiega Francesco Monzillo, segretario generale della camera di commercio: “Ci ha lavorato la nostra azienda speciale Cefass che ha organizzato un tavolo sulla castanicoltura, aperto al contributo dei produttori e delle associazioni di categoria. Una guerra biologica, nella quale ha avuto un ruolo fondamentale l’Università della Tuscia. Ma il lavoro non è ancora terminato: a breve saranno presentati i risultati di una ricerca sull’uso del compost (praticamente concime organico) e soprattutto è cambiato l’approccio alla castanicoltura: prima era di tipo forestale, cioè si andava nei campi solo per raccogliere il frutto, adesso è maturata la convinzione che il castagno va seguito e curato tutto l’anno”.

“L’ente camerale – sottolinea il presidente Domenico Merlani – è sempre in prima linea per promuovere le eccellenze del territorio che presenteremo anche alla prossima edizione di Fiera cavalli a Verona (prima settimana di novembre): una presenza significativa che ci darà la possibilità di farci conoscere ad una platea molto vasta e qualificata”. “La strada in salita – aggiunge Palozzi – è terminata; la discesa non è ancora cominciata, ma almeno siamo in pianura”. “E’ per me motivo di particolare soddisfazione – interviene il sindaco di Canepina, Aldo Maria Moneta – costatare che le nostre campagne si sono ripopolate per raccogliere le castagne. L’invito è per tutti: partecipate alle Feste, visitate i paesi. E’ un’occasione per conoscere ancora di più la bellezza della nostra terra”. A Caprarola, rappresentata dal presidente della Pro loco Maurizio Alessi, sarà riproposta nelle scuderie di Palazzo Farnese l’accoppiata castagna – cioccolato. “Niente da fare – aggiunge – per le cantine che pure avevamo ripulito e messo a norma: il Polo museale del Lazio non ci ha dato l’ok. Spero che si tratti di un no temporaneo, dovuto al passaggio di competenze con la Soprintendenza”.

Il sindaco Moneta  prende la palla al balzo per ricordare le dieci cantine che lavorano a pieno ritmo e i maccheroni (più conosciuti come fieno): assenti i rappresentanti degli altri comuni coinvolti che perdono una buona occasione per promuovere il proprio territorio. E’ proprio il caso di dire che sono stati presi in… castagna.

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