02052024Headline:

“Siti Unesco, fondi anche ai beni immateriali”

Primo firmatario della proposta di legge il deputato Pd Alessandro Mazzoli

Alessandro Mazzoli, deputato del Pd

Alessandro Mazzoli, deputato del Pd

“Estendere il finanziamento dedicato ai siti italiani Unesco anche al patrimonio immateriale riconosciuto come bene dell’umanità”. È il cuore della proposta di legge presentata nei giorni scorsi da Alessandro Mazzoli, deputato del Partito democratico, come primo firmatario insieme ai colleghi Massimiliano Manfredi (Nola), Giovanna Sanna (Sassari) e Demetrio Battaglia (Palmi) in rappresentanza della Rete delle macchina a spalla.

“Grazie alla volontà  del ministro Dario Franceschini e al lavoro del ministero dei Beni culturali che ha reperito risorse ad hoc – spiega Mazzoli – il risultato è che per il 2016 il fondo sarà aumentato di 800mila euro da utilizzare sia per i beni materiali sia per quelli immateriali”.

Da decenni, a livello internazionale, la promozione è estesa a entrambi gli ambiti. L’Onu, nel contesto dell’Unesco, ha promosso la Convenzione per la salvaguardia mondiale culturale e ambientale già nel 1972. Questa convenzione è stata poi ratificata nel 1977. Successivamente, sempre in sede Unesco, è stata stipulata una nuova convenzione, rivolta alla tutela del patrimonio culturale immateriale. Entrambe le convenzioni funzionano tramite elenchi, in cui sono inseriti i beni, ora materiali ora immateriali, che la stessa Unesco ritiene degni di specifiche iniziative di tutela.

“La legge italiana numero 77 del 2006 prevede – dichiara Mazzoli – provvidenze economiche per la tutela dei beni italiani inseriti nell’elenco dei beni materiali. Però, non stanzia le stesse risorse per i beni immateriali, pure se inclusi nell’elenco Unesco”. La proposta avanzata, quindi, consente di superare il limite della legge 77, allargando la platea potenziale di fruizione di misure economiche anche ai beni immateriali. “Dal 2013 – ricorda Mazzoli – rientra nel patrimonio culturale immateriale dell’umanità anche la Rete delle grandi macchine a spalla italiane, un’associazione che include quattro feste religiose cattoliche: la Macchina di Santa Rosa di Viterbo, la Festa dei Gigli di Nola, la Varia di Palmi e la Faradda di li Candareri di Sassari”.

La proposta di legge è solo l’ultimo passo del percorso di valorizzazione del patrimonio immateriale che comprende la Rete delle macchine a spalla, riconosciuta appunto nel 2013, fatto di ordini del giorno, interrogazioni e mozioni presentate da Mazzoli e dai colleghi parlamentari rappresentanti gli altri tre territori coinvolti.

La festa dei gigli a Nola

La festa dei gigli a Nola

È possibile un’approvazione in tempi stretti di questa proposta perché sull’argomento c’è una larghissima condivisione tra le forze parlamentari di maggioranza e di opposizione. Tanto è vero che nella riunione di oggi della commissione Cultura, su proposta della sua presidente, onorevole Flavia Piccoli Nardelli, si è deciso l’abbinamento della “proposta Mazzoli ed altri” con la “proposta Russo ed altri”, di analogo contenuto. Le risorse aggiuntive saranno disponibili per l’anno 2016 con l’impegno a intervenire nella legge di stabilità per renderle permanenti a partire dal 2017. Una volta approvate, le nuove norme saranno un punto di riferimento non solo per la programmazione del Governo e del Parlamento ma per tutti gli altri livelli istituzionali che potranno, a loro volta, intervenire sia a sostegno dei beni materiali che dei beni immateriali riconosciuti patrimonio dell’umanità dall’Unesco.

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