02052024Headline:

Con gli occhiali 3D il turismo decolla

Oltre tremila visitatori alla mostra viterbese. E Villa Lante è aperta solo a metà

Il deserto del museo civico

Il deserto del museo civico

Se dovessero mai girare un film su Viterbo, il titolo sarebbe già bello che servito: Turismo, questo sconosciuto. Eppure, stando ai fatti, di forestieri in giro per la città se ne vedono parecchi. Dispersi qua e là in modalità crescente, alla ricerca del cesso pubblico perduto o della cartina mai stampata sui luoghi d’interesse.
Chi saranno mai codeste strane creature che addirittura pronunciano esotici idiomi? E come ci son finte qui, all’ombra della Palanzana? Tranquilli, sono solo dei visitatori occasionali (augh): laddove occasionale fa rima con “basta Toscana preconfezionata” o “A Roma ci sta troppo casino”. Ad essere ottimisti, al massimo, qualcuno lo si può etichettare come “amatore del termalismo”.
Bene. E ora, giacché son venuti, cosa gli offriamo? Un caffè? No. Prendiamo pertanto in esame il weekend appena passato, quello di Halloween (per dirla all’americana). Due giorni cerchiati in rosso sul calendario, sfruttabili in ottica “visita fuori porta”.

Villa Lante, mezza aperta e mezza chiusa

Villa Lante, mezza aperta e mezza chiusa

In città ci sarebbe da ammirare il Museo civico, col suo “cioccolatino” denominato Sebastiano del Piombo. “Quaranta presenze sabato – dice l’addetto della biglietteria – altrettante domenica”. Non sono un po’ poche, stiamo parlando di due dì di festa? “Eh, ma qui si paga il biglietto”, prosegue l’addetto. Uccidendo con un solo colpo l’interesse del cronista e la foga dei papabili avventori.
Villa Lante, Bagnaia. Sicuramente lassù le cose saranno andate meglio. “Trecento e trecentocinquanta – si viene a sapere telefonicamente – ma la domenica lavoriamo fino a pranzo, poi si chiude. In più il parco è inagibile, perché è caduta una pianta. E pure il giardino, a dirla tutta, si può osservare solo per metà”. Ci rifaremo ad anno nuovo, la provocazione. “Speriamo”, la risposta secca a provocazione non colta.
Il tour del dramma si interrompe per improvvisa voglia di fare harakiri. Fortuna che però poi ecco gli “Etruschi 3D”, agli Almadiani. “Cinquecento e addirittura novecento – spiega Alessandro Barelli, promotore dal cognome pesante – e un 30% da sommare che non firma. Più quei casi in cui vengono i genitori coi pupi, e di tre lascia il nome solo uno. Diciamo che stiamo sui tremila totali in sette giorni. Ed oggi capitano pure le telecamere di Rai1”.

Una veduta (seimila volte) di Civita

Una veduta (seimila volte) di Civita

Sarà mica che il (contestato) privato piace più dell’immobile pubblico? O forse è solo che c’è chi rischia del proprio e quindi pur di fare centro trova ogni modo possibile per promuoversi? Misteri della fede.
In tutto questo, e per chiudere, va doverosamente riportata la cifra globale dei passeggeri sul ponte. Coloro i quali si sono affacciati a Civita di Bagnoregio: “Quattromilacinquecento – comunica il sindaco Francesco Bigiotti – mille in più del 2014”. Numeri che fanno girare la testa, avrebbe detto l’ingegner Cane. E sono solo i paganti (per tornare alle chiacchiere del museo). Ai quali vanno addizionati ulteriori millecinquecento capocce che entrano senza pagare il relativo ticket.

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