03052024Headline:

Terra di Tuscia, questa sì che è musica

La Stella Azzurra Roma si inchina (81-61) alla sempre più tonica squadra viterbese

Riccardo Rovere, uno dei migliori nel successo contro la Stella Azzurra Roma

Riccardo Rovere, uno dei migliori nel successo contro la Stella Azzurra Roma

Difficile non innamorarsi e non tifare per una squadra come la Stella Azzurra edizione 2015, seconda parte dell’anno. Cioè quella attuale che ha già infilato il quinto successo in campionato, cinque volte di più dell’intero girone di ritorno del torneo scorso. Non è solo un fatto campanilistico o di simpatia: no, questi sono sentimenti che appartengono al vissuto di ciascuno. Ci sono fatti oggettivi che inducono ad appassionarsi e, a gioire e a soffrire insieme a quella che oggi si chiama Terra di Tuscia. La prima considerazione, dopo il rotondo successo sui cuginastri della Stella Azzurra Roma (81-61 con quota 50 già toccata a metà gara), è la capacità di dare sempre tutto in campo. Si può sbagliare una giocata, un tiro, uno schema, ma mai nessuno uscirà dal parquet senza aver dato tutto. Quando la maglietta è comunque sudata e quando ognuno fa il suo dando il personale contributo alla causa, si deve essere comunque soddisfatti. Al di là dell’esito finale. Aver messo insieme dieci punti costituisce già una solida base sulla quale costruire al più presto la salvezza, che resta comunque l’obiettivo primario della stagione.

Se poi si riflettesse con animo scevro da sentimentalismi su quanto denaro in meno circoli nel mondo del basket rispetto a quello dorato (dal punto di vista economico) di un calcio spesso bacato, allora la conclusione non può che essere univoca: la pallacanestro della Stella Azzurra Viterbo offre spunti e concede soddisfazioni che meriterebbero ben altra cornice di pubblico e non solo la pattuglia di fedelissimi che non manca mai sulle gradinate del PalaMalè. C’è sempre tempo per migliorare e invertire il trend: prima o poi gli scettici e i prevenuti dovranno cambiare idea.

TERRA DI TUSCIA VITERBO – STELLA AZZURRA ROMA 81 – 61

Terra di Tuscia: Peroni 17, Cianci 3, Matholuthi 10, Marsili 6, Giancarli 16, Ndiaye 6, Meroi 1, Rovere 13, Casanova, Marcante 9. Coach: fanciullo.

Stella Azzurra: Nikolic 5, Radonjic 8, Antonaci 4, Ulaneo 4, Babacar 11, Guariglia 13, Vitale 3, Trapani 6, Iannelli 5, Drigo 2. Coach: D’Arcangeli

Arbitri: Giansante e Bandinelli di Siena

Leonardo Casanova in campo con personalità

Leonardo Casanova in campo con personalità

Promossi & bocciati

Rovere 7,5: 13 punti in poco più di 16 minuti in campo e la perla di 3 bombe consecutive sul finire della terza frazione. Incisivo

Marsili 7: non c’è bisogno di fare gli straordinari, anche se alla fine è quello che gioca di più. Presenza che comunque lascia il segno

Peroni 7,5: miglior marcatore della serata (17 punti) e tanto lavoro in difesa. Decisivo

Mathlouthi 6,5: parte bene, poi si spegne un po’. Comunque arriva in doppia cifra

Ndiaye 6,5: il match consente rotazioni più frequenti e lui si fa trovare. Peccato per quello schiaccione finito sul ferro: il pubblico, che fa un tifo sfegatato per lui, era pronto ad esplodere

Meroi 6,5: ottimi recuperi contro avversari più prestanti, buona presenza in campo e complessivamente prestazione positiva. Se avesse infilato anche i liberi, sarebbe stato perfetto

Cianci 6,5: fa il suo dovere, come sempre. In particolare nella fase difensiva è un mastino che morde dappertutto

Giancarli 7: inizio strepitoso, poi qualche lettura non corretta nell’impostazione. Mano sempre assai calda

Marcante 7: anche per lui non è serata che abbisogni di straordinari, ma stavolta basta il carisma per fare la differenza

Casanova sv: più di 6 minuti sul parquet. Il ragazzo, detto “Bistecca”, deve continuare a farsi e queste presenze pesano più di una decina di allenamenti

Coach Fanciullo 7,5: qualche time out all’arma bianca rimette le cose a posto quando la truppa tende a rilassarsi un po’ troppo. Perfetta l’impostazione tattica della gara e un plauso per la gestione dei dieci iscritti a referto

Gli arbitri 7: in un torneo in cui spesso se ne vedono di ogni colore, la coppia senese fa il suo dovere senza eccessi e/o inutili protagonismi. Vale la pena segnalarlo. E la signora Diletta Bandinelli è pure più che carina. Che non guasta mai…

Gli assenti 3 (periodico): hanno sempre torto e commettono atto di autolesionismo a non frequentare le tribune del PalaMalè con assiduità. Il solito discorso e il solito (strameritato) voto.

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