30042024Headline:

Ardenti, ecco il progetto di ristrutturazione

La Biblioteca di piazza del teatro diventerà polo culturale di eccellenza a Viterbo

Il plastico del progetto di ristrutturazione della Biblioteca degli Ardenti

Il plastico del progetto di ristrutturazione della Biblioteca degli Ardenti

Visioni & Progetti. Già, perché si possono pure fare i sogni più incantevoli e più alati, ma restano visioni, appunto, se non sono accompagnati dalla concretezza. Ed ecco quindi i progetti che sono la realizzazione pratica dell’ideale agognato: plastici, filmati, calcoli, disegni. Roba reale, che presuppone studio e applicazione e ricerca. E poi, ma forse si tratta del passaggio decisivo, ci vogliono soldi per realizzare quanto si è prima sognato e poi progettato. Tre passaggi per arrivare ad un obiettivo ambizioso, che solo a vederlo disegnato, procura brividi. Si parla della Biblioteca degli Ardenti, quella che sta in piazza Verdi, a poche decine di metri dal teatro dell’Unione. Lì, dentro Palazzo Santoro, dimora nobile e storica, ma un po’ malandata con il passar degli anni e comunque non più adatta ad ospitare un contenitore culturale moderno qual è appunto una biblioteca agli albori del ventunesimo secolo.

Il professor Claudio Strinati, a sinistra, e Paolo Pelliccia, commissario straordinario del Consorzio Biblioteche

Il professor Claudio Strinati, a sinistra, e Paolo Pelliccia, commissario straordinario del Consorzio Biblioteche

L’idea parte da Paolo Pelliccia, commissario del Consorzio Biblioteche di Viterbo che, nonostante i tagli dovuti al ridimensionamento delle province (mannaia nota come legge Delrio) non solo resiste (e bene pure), ma continua a proporsi soprattutto come motore propulsivo della vita culturale cittadina. E allora si prova a volare alto con un progetto di ristrutturazione e ammodernamento di Palazzo Santoro che ha anche il pregio di diventare un “unicum” con il teatro e con monastero e santuario di Santa Rosa, anch’essi ad un tiro di schioppo dalla biblioteca. Allora, prima l’idea, poi la progettazione (affidata agli architetti Giulia Algieri e Mauro Zangrilli e sostenuta da Unindustria e dall’Ance della Tuscia, l’associazione dei costruttori edili guidata da Andrea Belli). Manca l’ultimo passaggio: chi ci mette i soldi? Assodato che gli enti locali non sono in grado di impegnarsi per cifre anche modeste, bisogna affidarsi ad altre risorse. Ed ecco che la quadratura del cerchio arriva con un finanziamento promesso da alcuni istituti bancari di caratura nazionale. Conoscendo la “tigna” di Pelliccia, che si riserva un margine di doveroso riserbo, quelle risorse arriveranno. “E non sono neanche tante – aggiunge con un ghigno – perché spesso contano più le idee e la voglia di fare…”.

L'intervento del presidente della Provincia, Mauro Mazzola

L’intervento del presidente della Provincia, Mauro Mazzola

Intanto è stato approntato un plastico e poi c’è anche un filmato che spiega che cosa si ha intenzione di fare agli Ardenti: un intervento in profondità che parte dall’installazione dell’ascensore, dalla creazione di una “roof garden” (in italiano, un giardino terrazza), tante vetrate, interventi sull’ala posteriore (quella che dà su piazza Campoboio), ristrutturazione delle sale interne che devono necessariamente essere al passo con i tempi e quindi l’uso di strumenti al passo con i tempi: connessione wi-fi, tablet, pc e tutto quanto l’attuale tecnologia mette a disposizione. Una struttura moderna, utilizzabile da esperti e studiosi anche di livello internazionale ma anche da chi vuole semplicemente approfondire, studiare, apprendere.

“Il nucleo centrale – sottolinea il professor Claudio Strinati, che ha offerto il suo prezioso contributo – è di riproporre una sorta di agorà, cioè la piazza che era luogo di incontro e di confronto, di dibattito e anche di scontro. Un luogo dove circolavano le idee, anche le più innovative”. Il sindaco Michelini (presente all’incontro con gli assessori Delli Iaconi, Saraconi e Troncarelli e il presidente del consiglio comunale Ciorba) concorda: “La diversità è una ricchezza e un valore e Viterbo è una città in cui convivono guelfi e ghibellini, il palazzo papale e la torre civica. E’ una proposta che accolgo con favore perché si inserisce in un ideale percorso che parte dal Palazzo dei papi e arriva al teatro, passando per Palazzo dei priori”. Una sfida che accetta anche il presidente della Provincia Mauro Mazzola: “Quando si innova con raziocinio e puntando al recupero e alla valorizzazione, io sono sempre d’accordo”. E visto che siamo in tema, c’è  anche l’annuncio del sindaco di Tarquinia che ha chiesto proprio a Pelliccia di ripensare il Premio Cardarelli. A proposito, entro gennaio sarà attiva la sezione spettacolo della biblioteca: più di cinquemila volumi (molti dei quali donati da Renzo Rossellini e Maurizio Scaparro) dedicati a teatro, musica, danza, arti sceniche, lirica. Un altro piccolo passo avanti.

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