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Banca di Viterbo fa rima con solidarietà

Nel 2015 l'istituto di credito viterbese ha finanziato iniziative benefiche e culturali

I vertici della Banca di Viterbo: da sinistra, Massimo Caporossi, Vincenzo Fiorillo e Roberto Migliorati

I vertici della Banca di Viterbo: da sinistra, Massimo Caporossi, Vincenzo Fiorillo e Roberto Migliorati

C’è un modo diverso di fare banca. Non solo attrarre e distribuire capitali; non solo vendere prodotti finanziari; non solo fare utili: si può essere istituto di credito anche sostenendo concretamente il territorio su sui si opera. La Banca di Viterbo si conferma in questa sua vocazione che unisce solidità, solidarietà e cultura. Lo scorso anno una parte degli utili (la cifra oscilla tra i 250 e i 300mila euro) è servita appunto a sostenere chi è in difficoltà e a promuovere iniziative a carattere culturali. “Nel 2016 – affermano in coro il presidente Vincenzo Fiorillo e il direttore generale Massimo Caporossi – contiamo di stanziare una somma simile, anche se i tempi sono difficili e le situazioni cambiano in continuazione”.

E’ con questa concreta vicinanza che la Banca di Viterbo testimonia una presenza e una partecipazione attiva ai destini della Tuscia. “Non solo perché – spiega Fiorillo – la nostra particolare struttura societaria ci impone certe scelte, ma anche e soprattutto perché riteniamo che sia questa la maniera più giusta per essere al fianco con i cittadini e con le istituzioni”.

Il direttore Massimo Caporossi

Il direttore Massimo Caporossi

”Siamo molto felici di sostenere anche quest’anno importanti iniziative benefiche e culturali – aggiunge soddisfatto il presidente del collegio sindacale Roberto Migliorati -. Siamo una banca solida e il recentissimo attestato che arriva da Altroconsumo è motivo di ulteriore vanto per noi”. In base all’analisi condotta dal periodico, infatti, l’istituto viterbese è al 29. posto in Italia (su 300 banche prese in considerazione, cioè quelle con più di 10 sportelli) per solidità. Un dato che acquista ancora maggiore importanza se solo si fa riferimento ai recentissimi, e purtroppo anche luttuosi, fatti che hanno interessato risparmiatori, gabbati da banche poco serie. “Noi – scandisce Caporossi – non apparteniamo a questo tipo di azienda creditizia. Non vendiamo prodotti ad alto rischio, non vendiamo le cosiddette obbligazioni secondarie, non mettiamo in condizione i nostri clienti di perdere tutto”. “È un dato fondamentale – interviene Migliorati – che rispecchia la solidità della nostra banca, un piccolo istituto di credito che lavora sul territorio e per il territorio”.

Il presidente Vincenzo Fiorillo

Il presidente Vincenzo Fiorillo

A chi sono andati i contributi nell’anno che si è appena chiuso? Alle parrocchie viterbesi di san Valentino e Ilario, Sacra Famiglia, Sant’Angelo in Spatha, al comune di Canino per le famiglie bisognose, alla casa d’accoglienza Sacra famiglia, all’Associazione Sorrisi che nuotano – Eta beta, alla casa famiglia Madre Teresa di Calcutta e alla Caritas. Tutti presenti e pronti a ringraziare calorosamente la sensibilità mostrata dai vertici della Banca di Viterbo. Inoltre, come detto, ci sono stati svariati interventi per iniziative a carattere culturale sull’intero territorio provinciale. “Anche in futuro – sottolinea ancora Massimo Caporossi –  non faremo mancare il nostro sostegno alle associazioni di volontariato che operano con passione e capcità e che, anzi, dobbiamo ringraziare per tutto ciò che fanno”. E che spesso colma le carenze del sistema di welfare pubblico…

Roberto Migliorati, presidente del collegio sindacale

Roberto Migliorati, presidente del collegio sindacale

Va ricordato inoltre che a partire dal 1° gennaio 2016, l’eventuale crisi di una banca verrà risolta con il nuovo meccanismo detto “bail-in”: il salvataggio dell’istituto di credito, cioè, non avverrà più con soldi pubblici dello Stato e/o delle banche centrali (come è stato sino a oggi), bensì attraverso la riduzione del valore delle azioni e di alcuni crediti (come quelli dei correntisti che abbiano depositato più di 100mila euro) o la loro conversione in azioni, per assorbire le perdite e ricapitalizzare la banca in misura sufficiente a risolvere la crisi e a mantenere la fiducia del mercato. “Proprio per questo – conclude il direttore Caporossi – nei prossimi giorni invieremo ai nostri correntisti una lettera in cui spiegheremo le novità nel dettaglio. E’ un dovere di trasparenza e di correttezza, prima che un obbligo di legge. Peraltro, i nostri clienti possono comunque stare tranquilli: Il rapporto tra il patrimonio e l’assunzione dei rischi è al 17% quando in Italia basterebbe l’8%. Tutto questo a vantaggio della solidità del nostro istituto”.

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