02052024Headline:

Cava S. Eutizio, i cittadini dicono no

Domani se ne discute in Provincia ma il Comitato si oppone alla soluzione proposta

I pali blu nella zona di Sant'Eutizio

I pali blu nella zona di Sant’Eutizio

Proprio qualche giorno fa si parlava dell’infinita questione della trasversale Orte – Civitavecchia ma un’altra storia senza fine è quella della cava del Bucone nella frazione sorianese di Sant’Eutizio. Da anni cattivi odori ed esalazioni di gas “inebriano” l’aria circostante il convento di San Paolo della Croce rendendola irrespirabile per i cittadini della frazione. Tante discussioni in sede comunale e soprattutto in sede provinciale, per ultima quella avvenuta nell’incontro del 27 gennaio con il presidente Mazzola che ha richiesto di individuare soluzioni volte a contenere l’impatto della fuoriuscita di cattivi odori derivanti dai materiali versati, presumibilmente acido solfidrico.

Domani, l’ennesimo atto di questa interminabile vicenda: alle 10.30 ci sarà un tavolo tecnico presso la sala consiliare della Provincia di Viterbo per discutere la proposta prodotta dalla società che gestisce il ripristino ambientale nella cava sita in località Crocetta. Il progetto presentato, ancora non valutato da Mazzola & company, suona come una beffa ai cittadini sorianesi di Sant’Eutizio. Un’intera area è stata ormai compromessa da tutti i cattivi odori, acri e pungenti che ormai si attanagliano nella cava, e ora qual è l’ultima? Alla società che gestisce il recupero ambientale non è stata imposta una vera e propria bonifica che riporti l’area alle condizioni precedenti l’inizio dei lavori, ma ancor peggio, le si permette tramite autorizzazione semplificata di smaltire nuovi codici Cer tra cui – si legge nel progetto – anche il 200301,  ovvero rifiuti urbani non differenziati.

Lenzuola di protesta

Lenzuola di protesta

I cittadini a tutto questo non ci stanno e, tramite il Comitato civico per la difesa dell’ambiente di Sant’Eutizio, hanno voluto fare un appello non solo al sindaco di Soriano Fabio Menicacci ma anche a tutti i primi cittadini della Tuscia. “Facciamo un appello non solo al nostro sindaco ma anche a tutti quelli che hanno partecipato al nostro incontro pubblico dello scorso 13 febbraio  affinché si facciano carico di un’azione di contrasto a questa nuova autorizzazione. Il nostro appello si rivolge a tutti i Comuni poiché, come sembra emergere dalle analisi delle acque, esiste una contaminazione da alluminio, piombo e altri elementi che potrebbe interferire con le falde acquifere e di conseguenza contaminare altre aree. Auspichiamo che tutti i sindaci emettano una delibera di adesione alla nostra lotta per avere un’aria, un’acqua e una terra salubri e che questa iniziativa possa portare a una richiesta di legge affinché le cave dismesse non siano più utilizzate come discariche causando disagi e danni a cittadini e natura”.

Una storia infinita che non sembra far trovare pace a questi cittadini e che con il passare del tempo mette sempre più a repentaglio la loro vita per le continue emanazioni di gas nell’area e soprattutto i metalli presenti nelle acque.

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