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A Corchiano l’agricoltura è consapevole

Patto tra Comune e cittadini: un logo in cambio di lotta guidata e abbattimento dei pesticidi

Il logo

Il logo di “Agricoltura consapevole”

Lunedì 6 luglio 2015 a Corchiano, e non a Timbuktu, è avvenuto un fatto epico. Una piccola grande rivoluzione. Una trasformazione radicale. Che per guardare in avanti è toccato di fare un bel salto indietro. Di dentro alla sede comunale è stata avviata una pratica denominata “Agricoltura consapevole”. Un protocollo tra Assofrutti (organizzazione produttori frutta in guscio) e Comune. Ma, soprattutto, un patto tra abitanti. Tra concittadini. Una presa di coscienza collettiva.
Gli agricoltori del borgo, da quel dì, quelli interessati (logico), si sono iscritti al registro dei “consapevoli”. Ricevendo in cambio non un cesto di Natale, e manco una promessa di posto di lavoro per il nipote. No, la contropartita era, ed è, un logo collettivo. E la possibilità di utilizzarlo. Anzi, di sventolarlo con fierezza.
Unico condizione per poterlo avere: “Chi aderisce dovrà rispettare la modalità del trattamento mirato e rifiutare quello a calendario”.
Che detto così pare nulla. Ma se si pensa a come siamo messi oggi, e a quanti danni ha fatto l’agricoltura industriale degli ultimi 60-70 anni, è quasi un miraggio. Vediamo quindi in cosa consiste. “L’agricoltura consapevole – si legge sul sito dell’amministrazione – dovrà eventualmente trattare solo in presenza reale del parassita e secondo il conseguente bollettino. Il dottor Fernando Testa, agronomo Assofrutti, sarà a disposizione gratuitamente di tutti i coltivatori, anche per i non associati Assofrutti. È un grande passo per riappropriarci dei nostri saperi e non essere vittime delle multinazionali, è la grande occasione per tornare a essere contadini consapevoli del ruolo di produttori che difendono la natura che ci nutre, è il modo migliore per tutelare la salute di tutta la comunità e contribuire alla sicurezza alimentare. Grazie a tutti per questa piccola e efficace rivoluzione”.

Due momenti sul campo

Due momenti sul campo

Che tradotto, per chi non masticasse zappe e vanghe, sarebbe: si osserva, si studia, si capisce. E poi, semmai, si agisce. Lotta mirata. Non si va più diretti al negozio perché “ogni 15 del mese va dato quel pesticida”. No. “Se proprio si deve trattare, lo si fa coi prodotti giusti e se c’è reale necessità”.
Sono passati quasi 365 giorni dall’inizio della buona pratica. Come staranno andando le cose? “Secondo anno di sperimentazione – dice soddisfatto il sindaco Bengasi Battisti – 60 agricoltori aderenti, 450 ettari di coltivazioni interessate. Il processo produttivo rispetta un percorso dove la qualità del prodotto si fonde sulla tutela della salute e dell’ambiente. Consapevolezza e protagonismo per un abitare responsabile, solidale, custode dei beni comuni e garante del patto generazionale”.

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