Al Liceo Mariano Buratti c’è una classe di studenti, la III DL, che insieme alla professoressa Rossella Pari (è anche la vicepreside), sta affrontando lo Students Lab, il laboratorio che affianca l’alternanza scuola – lavoro. Il programma prevede la creazione di un progetto ed è un tassello fondamentale per la formazione di ognuno: contemplato dalla legge 107/2015 sulla Buona Scuola, infatti, l’idea messa a punto dai ragazzi dovrà anche essere presentata in sede di esame.
La vera novità sta nel fatto che gli studenti non sono più confinati in un universo fatto solo di libri e formule, interrogazioni e verifiche, ma vengono proiettati verso il mondo del lavoro, per loro totalmente sconosciuto e a volte anche confusionario, per la vastità dei suoi aspetti.
Il concetto di base è sfruttare la metodologia del Learning by doing, ovvero dell’imparare facendo, perché non basta più il sapere fine a sé stesso, ma a questo bisogna affiancare anche il saper fare, simulando un modello scolastico di stampo americano.
Partendo dalla suddivisione della classe in piccoli gruppi, ogni partecipante viene visto come parte “di un puzzle fondamentale nella realizzazione dello stesso” secondo l’idea della Jigsaw Classroom (Jigsaw significa proprio “a mosaico”), accentuando sì l’individualità di ognuno e mettendone in luce le singole capacità, ma seguendo, per utilizzare un altro anglicismo, il Cooperative Learning, secondo cui gli studenti devono aiutarsi tra di loro “sentendosi corresponsabili del reciproco percorso”. In questo modo si ripristina la concezione della coesione del gruppo, che sembra stia sfumando in un ambiente competitivo come quello del lavoro, dove spesso prevalgono le individualità.
“Ognuno di noi ha un ruolo per la realizzazione della nostra idea”, afferma infatti Valeria, la rappresentante di “Hai Capito.com” (liberamente tratto dal titolo di una canzone di un cantante locale), uno dei due gruppi formatisi all’interno della IIIDL. L’idea consiste nel supportare le aziende locali in ambito pubblicitario e fa del suo cavallo di battaglia la comunicazione intesa principalmente in senso moderno, sfruttando in primis social media quali Facebook, Instagram e Twitter, ma anche sistemi meno all’avanguardia, ma non per questo meno efficaci, come i volantini, di cui i ragazzi, come riferisce sempre Valeria, hanno curato l’immagine e l’impaginazione.
Un progetto giovane nella sua totalità, ma con un target da adulti, considerando che “stanno vendendo le loro azioni proprio come una vera impresa, supportati ovviamente da amici, familiari e da qualche azienda locale”, spiega John, il rappresentante dell’altro gruppo di lavoro “Alyon”.
Un’iniziativa di ampio respiro in quanto gli studenti verranno coinvolti anche in competizioni non solo locali, ma nazionali e internazionali nel caso in cui i loro progetti dovessero essere valutati tra i migliori.
Una strategia di comunicazione chiara, efficace e originale, unita a una buona dose di creatività e alla capacità di progettazione: ecco gli aspetti fondamentali per aspirare alla vittoria. L’appuntamento per gli studenti del Buratti è fissato per il 7 giugno all’Auchan di Casalbertone, dove i viterbesi saranno presenti con il loro stand e soprattutto con la speranza che i loro progetti e le loro capacità possano essere portati oltre i confini locali.