02052024Headline:

Quando non si applica la legge Fornero

Mecorio (Uil): "Non sono possibili i licenziamenti dei dipendenti pubblici"

Lamberto Mecorio, Uil

Lamberto Mecorio, Uil

Altro che dilemma amletico, qui la questione è davvero complessa. Non teniamo, come il personaggio shakespeariano, un teschio in mano, ma faldoni pesanti pieni di mille parole stampate, alcune incomprensibili e troppo tecniche, che cercano di spiegarci delle leggi. Il dubbio italiano nasce quando due di queste leggi sono “sorelle”, nate con lo stesso motivo, ma che agiscono diversamente. Qui le “sorelle” prese in causa sono l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori, del 1970, e la legge Fornero, più giovane, del 2012 del governo Monti. Quali dei due faldoni che abbiamo in mano dovremmo sfogliare per trovare il modo corretto di licenziare un dipendente nel pubblico impiego?

La vincitrice della questione tutta italiana ce l’annuncia Lamberto Mecorio, segretario generale della Uil Flp di Viterbo: “La Corte di cassazione si è pronunciata in maniera piuttosto netta: si applica l’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori e non la legge Fornero”. Fatto strano questo, dato che la riforma del lavoro dell’allora ministro alle politiche sociali Elsa Fornero, nasce come modifica al precedente articolo 18 e quindi, per diritto, lo sostituisce. È di nuovo Lamberto Mecorio a fornirci maggiori spiegazioni: “Secondo la cassazione serve un ‘intervento normativo di ammortizzazione’ per applicare la riforma Fornero anche ai lavoratori del pubblico impiego. In altre parole la riforma Fornero può essere applicata solamente ai settori privati”.

La Fornero, ai tempi della "sua" legge

La Fornero, ai tempi della “sua” legge

Sembra dunque che questa “giovane” legge tenga conto solamente delle esigenze delle imprese private. Infatti, in caso di licenziamento illegittimo i dipendenti del pubblico impiego vengono reintegrati nel posto di lavoro, ma non possono ottenere un risarcimento o un indennizzo, perché la riforma Fornero ha concepito la sanzione solo rispetto al settore privato. “Questo succede perché il pubblico impiego ha già una disciplina inderogabile in merito – aggiunge Mecorio -. Per fare in modo che i due settori siano soggetti ad una stessa disciplina dovrà intervenire il Parlamento con un intervento legislativo che trovi la quadratura del cerchio a livello ‘armonico’ tra i due settori in questa spinosa materia”.

Inoltre, la decisione della cassazione secondo Antonio Foccillo, segretario confederale della Uil Flp, “è la conferma di quanto da tempo sostiene la maggioranza dei giuristi e dei rappresentanti sindacali: i dipendenti pubblici hanno uno status diverso rispetto a quello dei settori privati, i primi sono assunti per concorso e quindi garanti della cittadinanza e non del datore di lavoro”.

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