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Povertà, giovani e pensioni: le priorità del Pd

La prossima legge di stabilità secondo i parlamentari Mazzoli e Damiano

Da sinistra, il segretario provinciale Pd Andrea Egidi, l'onorevole Cesare Damiano e il deputato viterbese Alessandro Mazzoli

Da sinistra, il segretario provinciale Pd Andrea Egidi, l’onorevole Cesare Damiano e il deputato viterbese Alessandro Mazzoli

“In vista della nuova Legge di stabilità dobbiamo concentrarci su due questioni: investimenti maggiori, sia pubblici che privati, e il riconoscimento che esiste una questione sociale nel Paese che impone al Pd e al Governo di costruire risposte adeguate ad esigenze non più rinviabili. Mi riferisco a lavoro, previdenza, sistema socio-sanitario e a quegli elementi di welfare su cui, in modo nuovo, dobbiamo tornare a investire”. Alessandro Mazzoli, deputato del Pd, ne ha parlato durante l’iniziativa “Verso la Legge di stabilità. Lotta alla povertà, sviluppo, lavoro” organizzata dalla federazione provinciale del Pd con il deputato Cesare Damiano, presidente della commissione Lavoro e politiche sociali, e il segretario provinciale Andrea Egidi.

Damiano, nel suo intervento, è partito dalla questione europea: “Il vertice di Bratislava – ha argomentato – doveva produrre risultati ma non lo ha fatto. Ho apprezzato l’atteggiamento di Renzi: non solo l’Italia è stata esclusa dalla conferenza finale ma in quella conferenza si è detto che le cose vanno bene, ma così non è. Sul tema dell’immigrazione serve una risposta europea e in economia serve meno rigore e più crescita. Se entro la fine dell’anno dobbiamo fare una legge che distribuisce risorse, ci vogliono soldi e ce li deve dare l’Europa, quindi c’è una lotta politica in atto. Non vuol dire essere distruttivi, ma far valere le proprie opinioni e trovare una soluzione. Se non si risolve la questione europea non è possibile far quadrare i conti”.

“Anche quando parliamo di legge di bilancio – ha continuato Damiano –  significa lotta politica. La prossima manovra deve avere due colonne portanti: oltre a investimenti e produttività per rilanciare l’occupazione, l’altro pilastro deve essere costituito dall’agenda sociale, ovvero povertà, giovani e pensioni. C’è una discussione in corso: il 21 settembre Cgil, Cisl e Uil dovrebbero concludere il ciclo di incontri sulle pensioni. Dopo le amministrative, con le sconfitte subite, Renzi ha avvertito il colpo e aperto al confronto coi sindacati. Ora si parla di Ape, anticipo pensionistico. Per alcuni, i più deboli, l’anticipo è gratis. Servono almeno 2 miliardi di euro l’anno dal 2017, per un totale di 23 miliardi in 10 anni. L’Ape consente di andare in pensione gratis ai disoccupati che hanno terminato gli ammortizzatori a 63 anni, agli inabili o disabili, genitori di disabili o figli di disabili. Per chi fa i lavori usuranti vengono tolte le finestre e per la prima volta l’aspettative di vita viene bloccata per sempre a 66 anni e 7 mesi”.

Alessandro Mazzoli ha esordito con un plauso all’iniziativa del Pd: “Un’importante occasione di confronto – l’ha definita – nel momento in cui il governo sta definendo la nuova Legge di Stabilità dopo alcuni mesi di confronto con le parti sociali. Fin qui la legislatura ha prodotto alcuni provvedimenti in favore delle fasce più deboli: legge sul dopo di noi, fondo per la non autosufficienza, disegno di legge per il contrasto alla povertà. Questi temi devono essere al centro del confronto anche locale. Con questo spirito abbiamo promosso l’incontro per confrontarci di nuovo con le parti sociali. La discussione odierna tra Governo e parti sociali non è la riproposizione della vecchia concertazione, nata con Carlo Azeglio Ciampi, una delle figure istituzionali più rilevanti della nostra politica a cui è giusto che tributiamo un omaggio. Il Governo ha affrontato un confronto di merito sulle questioni, che segna un passo avanti dell’esecutivo: l’apertura di un confronto più schietto è positivo”.

“Nel momento in cui si torna a parlare di crescita zero – ha continuato Mazzoli – siamo in presenza di una frenata che riguarda l’economia a livello internazionale e le ricadute sul nostro Paese sono evidenti. Per superare le difficoltà servono riforme strutturali, in parte già eseguite ma necessitano di un tempo medio per avere effetti positivi. La dimensione europea della crisi è stata discussa in più occasioni e le resistenze europee rendono difficile il cambiamento”.

“Veniamo – ha ricordato Mazzoli – da due anni di leggi di stabilità impegnative, finalizzate a riammettere nel tessuto italiano risorse per stimolare la ripresa. Le manovre del 2015, pari a 36 miliardi, e del 2016, pari a 30 miliardi, sono state incentrate su incentivi fiscali, sostegno al reddito e alle imprese. Ma nonostante questi interventi le misure non sono state sufficienti”.

“Si delinea per il 2017 – ha continuato – un pacchetto sulla previdenza che verrà definito il 21 settembre con interventi su pensioni minime, flessibilità in uscita, ricongiunzioni gratuite, la quattordicesima per le pensioni minime. Prevista inoltre la riduzione dal 27 al 25 per le contribuzioni delle partite iva, il riconoscimento dei lavori usuranti che riguarda una parte consistente dei lavoratori del Viterbese, penso al settore dell’edilizia e a quello della ceramica, e nuove misure per gli esodati. Si tornerà sui super ammortamenti per le imprese, con un incremento per gli investimenti ad alto contenuto tecnologico e digitale oltre a misure per l’industria 4.0 e i centri di ricerca universitari. Nuove misure sono allo studio sugli eco-bonus, estese ai condomini e agli interventi antisismici. Per gli investimenti pubblici, il governo investirà sul progetto Casa Italia”.

Infine Andrea Egidi, segretario provinciale del Partito democratico ha ricordato: “La Legge di Stabilità dello scorso anno, tra limiti e potenzialità, ha messo le mani sulla questione delle tasse, soprattutto sull’Imu. Mi auguro che il Pd ora faccia i conti con una manovra che rafforzi la lotta alla povertà e rilanci il lavoro, prevedendo misure per la crescita”.

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