02052024Headline:

Un bis da 24 ore per i Cugini di campagna

A Montecalvello (Grotte Santo Stefano) la band ha suonato due volte in due giorni

Selfie di Campagna a Montecalvello

Selfie di Campagna a Montecalvello

Probabilmente, per un musicista, il momento in cui si poggia la chitarra, si rientra nel camerino, e si sente fuori il pubblico in delirio che chiede a gran voce il “bis”, è qualcosa di sensazionale. La consacrazione nella consacrazione. Il punto più alto dell’io assoluto. Tanti anni di sacrifici, di palcoscenici, di chilometri e di pranzi al volo, ripagati dalle urla degli insaziabili fan. E così, giusto il tempo di bere una cosa, di darsi una passata d’asciugamano, e si torna fuori. A suonare. Perché è di questo, in fin dei conti, che vive un vero musicista. Delle sue note e dei suoi adepti. Rock and roll, baby. The show must go on.
Detto ciò, e portando la considerazione appena sparata su scala provinciale, la domanda è una: chissà cosa si prova ad essere apprezzati talmente tanto da (ri)doversi presentare la sera successiva nello stesso identico posto? Semplice, direte voi. I grandi artisti lo fanno spesso. Uno come Capossela, per intenderci, quando capita a Roma piazza almeno tre date consecutive.
Qui però la questione è differente. Perché, punto uno, non stiamo parlando del Sistina né tantomeno dell’Auditorium. E poi, a vederla bene, Capossela è Capossela, e i Cugini di campagna sono i Cugini di campagna (con tutto il rispetto del caso, sia chiaro).

Il pubblico di delirio

Il pubblico di delirio

Veniamo perciò a capire cosa è successo. Geolocalizzazione del fenomeno: Montecalvello. E cioè, secondo Wikipedia, una frazione del comune di Viterbo (da cui dista circa 21 km), già frazione di Grotte Santo Stefano (da cui dista appena 5 km), a cui ha fatto capo fino alla soppressione dell’autonomia amministrativa avvenuta nel 1928. Grazie, signor Wiki, sempre aggiornatissimo.
Andiamo avanti. Ieri l’altro, proprio a Montecalvello, hanno suonato proprio i Cugini di campagna. Regolarmente. Altro piccolo passo indietro: I Cugini di campagna sono quei tipi di “Anima mia”. Quelli cotonatissimi. Con gli zatteroni, i capelli lunghi (anche a 70 anni) e il pacco ben in vista.
Si sono esibiti, fonti non certe ci dicono in occasione del santo patrono (San Rocco, sempre a detta di Wiki-so-tutto-io), e sono andati alla grande. C’era gente. Parecchia. Che in una frazione di norma se vedi più di tre persone ti preoccupi. C’erano curiosi sopraggiunti da ogni pinzo della provincia e anche oltre. E gli animi si sono scaldati come cerini.

Riselfie

Riselfie, il giorno dopo

Così, a seratona messa in cassaforte, è partita l’idea. L’intuizione. Che più o meno dovrebbe essere andata in questo modo: “Giacché dormite qua, e domani siete liberi, e il palco e l’amplificazione sono montati, perché non suonate pure domani sera?”.
Oh, qualcuno non ci crederà, ma questi j’hanno dato sul serio. La pagina Facebook del gruppo parla chiaro: “Stanotte Montecalvello bis”. E pure le foto non nascondono nulla: ari-successone.
Incredibile, si direbbe. Ed invece è realtà. I Cugini di campagna hanno fatto un bis lungo 24 ore. E Montecalvello per due giorni li ha ospitati come fossero amici (o cugini?) di sempre.
Succede anche questo, in terra di Tuscia. Laddove, grazie a dio, le stranezze non mancano mai.

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