04052024Headline:

“Turismo, la nostra inesauribile miniera”

Il 2018 è l'anno europeo del patrimonio culturale: un'occasione da sfruttare

Il saluto del rettore Alessandro Ruggieri

Il saluto del rettore Alessandro Ruggieri

Turismo e cultura vanno a braccetto, Di pari passo, in maniera inscindibile. Perché se il primo è business, impresa, posti di lavoro; la seconda deve diventarlo al più presto. E’ l’estrema sintesi di un affollato incontro al Rettorato dell’Università della Tuscia, organizzato dal Parlamento europeo e strutturato in una sessione plenaria e in tre tavoli tematici. Di carne al fuoco ce n’è tantissima, forse anche troppa: per analizzare tutto quello che viene fuori, comprese le proposte operative e le domande, ci vorrebbe non un articolo ma un intero romanzo.

Intanto, i relatori: Antonio Tajani (eurodeputato e vice presidente vicario del Parlamento di Strasburgo), Gianni Bastianelli (direttore esecutivo dell’Agenzia nazionale del turismo, Enit) e Massimo Tedeschi (presidente dell’Associazione europea delle vie Francigene). Avrebbe dovuto esserci anche Silvia Costa, presidente della commissione Cultura dell’Europarlamento, impossibilitata a partecipare per la concomitanza con i funerali di Tina Anselmi. Il tema è tutto un programma: “Cultura Svelata”; il sottotitolo forse ancora più impegnativo: “Verso il 2018, anno europeo del patrimonio culturale”. Per quanto riguarda i lavori tematici, un’altra serie di problematiche tutt’altro che secondarie: Valorizzazione del patrimonio culturale come driver per il turismo e la crescita; Innovazione e digitalizzazione nel settore culturale: opportunità da cogliere in particolare per strat up e pmi; Giovani e cultura: quali opportunità?

L'intervento del professor Giovanni Fiorentino (a sinistra)

L’intervento del professor Giovanni Fiorentino (a sinistra)

Da dove cominciare? La scelta non è affatto semplice. La prima considerazione forte è di Claudio Bocci, direttore di Federculture: “Tutela e valorizzazione dei beni culturali, intesi nell’accezione più vasta – sottolinea con vigore – non bastano più. Perché manca un tassello decisivo: la gestione. Che implica produzione di valori sociali ed economici. La cultura è un’industria e non è affatto scandaloso, anzi forse addirittura necessario, che sia profit”. Un esempio di impresa di questo genere viene dalla Germania dove hanno saputo trasformare l’area della Ruhr, quella dove si estraeva carbone, in una zona ad altissimo profilo culturale. “L’ex bacino minerario – aggiunge Bocci – adesso è un grandissimo museo che è diventato patrimonio dell’Unesco, dove cittadini, amministrazioni locali e aziende private sono proiettati verso un unico obiettivo comune: la crescita di un progetto che produce ricchezza diffusa. Perché tutela, valorizzazione e gestione costituiscono un processo integrato che coinvolge molti soggetti”. Nel filone si inserisce Bastianelli con una tesi già espressa nelle frequenti visite a Viterbo: “Il turismo di qualunque genere (quindi, anche quello culturale) si basa sulla convinzione e sulla consapevolezza dei residenti che ad un certo punto si rendono conto che con l’accoglienza si fanno affari, si crea lavoro, si migliora il proprio tenore di vita. La formula vincente del successo di una città o di un’area è molto semplice: saper raccontare una storia che è fatta di tradizioni, enogastronomia, arte, monumenti, beni architettonici e artistici”.

Uno dei tavoli temativi

Uno dei tavoli temativi

Un altro aspetto viene toccato dal professor Giovanni Fiorentino, docente dell’Unitus: “Tutti d’accordo sul fatto che cultura e economia procedono insieme, ma c’è un terzo tassello senza il quale non si va da nessuna parte: la comunicazione. Possedere nel proprio territorio bellezze di qualunque genere non serve e non basta se non si fanno conoscere e se non vengono comunicate nel modo giusto”. E ancora una sollecitazione forte arriva da Maria Teresa Marcelli di Lazio Innova: “Disperdiamo inutilmente le energie e le risorse. In occasione del Giubileo della Misericordia, sono state organizzate diverse iniziative per valorizzare i cammini della Fede, a partire dalla via Francigena. Ne valeva le pena? Ma non era meglio puntare su un unico progetto di portata più ampia?”. Una proposta interessante viene da Silvia Petrosino, referente del Progetto ABC (Arte, Bellezza, Cultura): “Serve una presenza forte e incisiva nelle scuole. Perché lì si forma e si educa alla cultura; si insegna ad apprezzare il bello, oltre che a curarlo e custodirlo nel miglior modo possibile”.

Gli stimoli sono davvero tanti e Tajani ne prende puntualmente nota facendosi garante di esserne il portatore nelle sedi istituzionali europee, con l’impegno a stimolare la Commissione sul fatto che il 2018 sia soprattutto l’anno dell’Italia, visto che di patrimoni culturali abbonda con concentrazioni ben superiori alle media degli Paesi continentali. Chiude il sindaco Leonardo Michelini che snocciola orgoglioso il dato delle presenze turistiche nel 2017 (+15% rispetto all’anno scorso) e, riscoprendo i suoi studi universitari, si lascia andare ad una previsione: “Il turismo è la nostra inesauribile miniera”.

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