30042024Headline:

Tuscia, gli allevatori contro i lupi

Ancora da approvare il Piano di conservazione del lupo, proteste degli animalisti

Un esemplare di lupo

Un esemplare di lupo

Scattata la caccia ai lupi nel Viterbese. Da gennaio scorso i predatori stanno causando perdite importanti nelle greggi delle campagne della Tuscia, questi nobili animali hanno sterminato una gran quantità di bestiame provocando crisi economiche all’interno degli allevamenti delle aziende agricole viterbesi. Il primo tragico evento è avvenuto ad Ischia di Castro a fine gennaio, quando in pieno giorno un gruppo di lupi ha ucciso 27 ovini, una perdita importante per l’azienda e per questo è stato richiesto da parte di Alberto Frau, direttore della Coldiretti di Viterbo, l’attivazione da parte della Regione Lazio della specifica misura del Piano di sviluppo rurale che prevede il rimborso totale delle spese da parte degli allevatori che adotteranno misure per difendersi dai lupi.

Altro episodio a Grotte Santo Stefano la mattina del 5 febbraio, infatti, sono stati avvistati lupi nei pressi di alcune abitazioni, immediatamente il sindaco Leonardo Michelini preoccupato per l’incolumità dei cittadini, ha chiamato il Prefetto Piermatti per chiedere un tavolo tecnico finalizzato alla corretta gestione della situazione. Il primo cittadino, ha ottenuto dal Prefetto piena disponibilità e rassicurazioni su una rapida organizzazione della riunione, che potrebbe tenersi già nei prossimi giorni. Non solo a Viterbo, ma in tutta Italia la questione riguardante i lupi è diventata uno dei problemi in primo piano da risolvere. Proprio per questo la Conferenza Stato-Regioni sta cercando di approvare il Piano di conservazione del lupo, con molte difficoltà poiché lo stesso piano prevede l’abbattimento controllato del 5% della popolazione, dunque in molti hanno chiesto misure alternative all’inutile carneficina. Oltre alle Istituzioni si schierano dalla parte dei lupi molte associazioni animaliste, anche gli esperti del settore rilevano alcune incongruenze del piano proposto dal ministro, infatti, secondo gli scienziati il progetto non è fondato su dati scientifici.

Monte Rufeno, la riserva

Monte Rufeno, la riserva

Intanto nella provincia di Viterbo, Massimo Bedini, direttore della riserva naturale Monte Rufeno sostiene che: “Per fronteggiare il fenomeno dei lupi, io propongo tutte le pratiche ormai consolidate sia all’estero sia in Italia, senza l’uccisione degli animali. Ma la Regione Lazio sembra non prendere in considerazione le alternative all’abbattimento dei lupi”. Anche Michela Vittoria Brambilla presidente della Lega Italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente, riguardo al piano ha dichiarato: “La proposta non solo non è fondata su dati e riscontri scientifici, ma ha un fine tutto politico, i lupi non si toccano, Governo e Regioni ascoltino il parere degli esperti e le voci indignate di centinaia di migliaia di cittadini”. In effetti molte persone anche attraverso una semplice post su Facebook si schierano dalla parte dei lupi, animali così nobili che già prima degli uomini popolavano le montagne e poiché questa specie è in via di estinzione ha bisogno di essere tutelata.

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