03052024Headline:

L’Antigone di Sofocle sul grande palco

Stasera al teatro romano di Ferento alle 21,15

L'anfiteatro di Ferento

L’anfiteatro di Ferento

Va in scena stasera, sabato 5 agosto (ore 21,15) al teatro romano di Ferento “Antigone”, testo tragico di Sofocle con Antonio Salines e Barbara Bovoli per la regia di Livio Galassi.   “L’inconciliabile dualismo tra legge dello stato e legge umana, tra giustizia ritenuta ingiusta e pietà ritenuta colpevole – scrive Galassi nella nota di regia – si ripropone irrisolto e ancora attuale dopo oltre duemila e quattrocento anni, interessando e coinvolgendo filosofi, politici, poeti e drammaturghi, nello scorrere dei secoli, stimolando le interpretazioni registiche più esaltate e velleitarie, capaci di relegare Sofocle a mero pretesto.

Io ritengo Sofocle più grande e più esauriente del più grande dei registi, la sua tematica e la sua poetica più vaste degli sviluppi che hanno ispirato: mi accosto tremante di emozione e di rispetto alla sua grandezza per attingere dal suo splendido testo i segni più nitidi e coinvolgenti della contemporaneità.

La presenza di Antonio Salines – un interprete nel pieno della sua maturità artistica, preziosa delle più sensibili sfumature esistenziali – consente di incrinare la granitica saldezza di Creonte con impercettibili crepe di dubbio che presagiscono il cedimento finale. La sua ossessiva e reiterata giustificazione dello sciagurato editto che proibisce la sepoltura di Polinice – aggressore della patria – oltre che il suo popolo vuole convincere anche se stesso.

Pure Antigone – interpretata da Barbara Bovoli – addolcirà la sua caparbia e sprezzante fierezza nell’ultimo incontro con la sorella Ismene, quando la esorterà a non condividere la sua tragica sorte, a scegliere la vita. E questo senza alterare nulla del testo, ma trattenendo la scena con teatrale indugio. Sfumature entrambe che il testo consente e che l’approfondimento psicologico esige. La pregevole e chiara traduzione di Roberto Lerici sa fondere magistralmente lirismo ed epicità che la regia asseconda. Le musiche originali di Luciano Francisci aggiungono la loro sonora emozione”.

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